Trieste, Belluno, Sondrio: è il terzetto che sale sul podio della Qualità della vita 2009, la tradizionale indagine del Sole 24 Ore che mette a confronto le province italiane sul fronte del benessere, non solo economico: sei sono infatti le aree esplorate (attraverso 36 indicatori), dal reddito, al lavoro, dall'ambiente agli svaghi. In quest'edizione del dossier – che sarà pubblicato integralmente lunedì 21 dicembre – a mettersi in evidenza sono i capoluoghi del nord est, come peraltro altre volte si è verificato nelle passate indagini, a partire da quella originaria, realizzata nel 1990, quando l'"oro" se lo aggiudicò a Belluno.
La coda della classifica ripropone la consueta concentrazione di province del Mezzogiorno: ultima è Agrigento (come già nel 2007), preceduta da Napoli e da altre due siciliane, Caltanissetta e Catania. Per trovare una realtà non meridionale bisogna risalire fino intorno a quota 80, dove si incontrano Frosinone, Latina e quindi Alessandria che, alla 79ª piazza, è il capoluogo settentrionale che esce peggio dalla competizione. Il territorio del sud con la migliore performance è invece Olbia-Tempio (al 23° posto), tra l'altro al suo esordio nell'indagine, che proprio da quest'anno ha aggiunto le quattro nuove province sarde.
A giocare a favore del secondo oscar di Trieste (il primo l'aveva meritato nel 2005) sono stati i buoni risultati raggiunti nelle aree tenore di vita e servizi/ambiente (in entrambe è prima) e tempo libero (è quinta). Qualche esempio: oltre 33mila euro i depositi in banca pro capite (2mila più rispetto ai milanesi), gli indici più alti per dotazione infrastrutturale e per laureati, buon funzionamento della giustizia civile, occasioni di svago e di sport. Performance più deludenti sui versanti imprese, microcriminalità e numero di giovani rispetto agli anziani.
Quanto ad Agrigento, in tutti i sei capitoli dell'indagine gravita intorno al 100° posto, con l'unica eccezione dell'ordine pubblico (38° posto). Anche qui qualche esempio può raccontare la distanza tra le due protagoniste della Qualità 2009: una spesa per consumi di beni semi-durevoli che è la metà del dato medio, un tasso di occupazione femminile inferiore al 20%, bassissima la pagella ambientale così come la propensione all'acquisto di libri; migliore invece il quadro sui fronti dei prezzi delle case o dei reati denunciati.
Ma al di là della considerazioni su prima e ultima e sul divario nord-sud che non si restringe, si nota come la classifica 2009 metta in evidenza, oltre al nord est e a una serie di località dell'arco alpino (tutte peraltro vincitrici di edizioni passate), le aree di minori dimensioni: la parte alta della classifica comprende in prevalenza province che non superano i 300mila abitanti. Le più grandi, Milano e Roma, non riescono a entrare nella top ten. Però possono vantare qualche progresso rispetto alla scorsa edizione: il capoluogo lombardo sale infatti dal 20° al 19° posto, mentre la capitale recupera quattro posizioni piazzandosi al 24° gradino. Come tutte le altre metropoli (come Napoli, Torino, Bari o Palermo) sono infatti penalizzate dai bassi punteggi meritati nel capitolo dedicato ai reati denunciati. Infine le variazioni: tra quelle con segno positivo si distingue Rimini, che guadagnando 29 posti entra nella top ten. Scendono invece di circa 30 gradini due importanti centri del nord ovest, Varese e Biella, finendo nella seconda metà della graduatoria.