Già dopo un'ora dall'aggressione subita da Silvio Berlusconi dopo il comizio tenuto in piazza Duomo a Milano il chiacchiericcio online nei social network si è scatenato per dibattere sull'accaduto.


I primi gruppi osannavano l'assalitore «Massimo Tartaglia personaggio dell'Anno»; «Io sto dalla parte di Tartaglia», «Tartaglia, (ovvero colui che ha spaccato la faccia a Berlusca)» o semplicemente Massimo Tartaglia sul cui profilo si legge -42 anni, incensurato e con tanto coraggio-, ma altri nascevano con il segno opposto: «Sosteniamo SILVIO BERLUSCONI contro i FAN di massimo Tartaglia» che conta ora più di trecentomila membri.
Anche su Twitter non mancano i commenti: «Tartaglia come Roby Baggio a USA94. Sbaglia sotto porta», oppure «I fans di Tartaglia: 40000 persone di pessimo gusto», non solo italiani "Um Nobel para Massimo Tartaglia", «Berlusconi needs a new security team!».

Per cercare di arginare questo fenomeno il ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi ha cheisto l'intervento di Maroni: «È scandaloso e moralmente inaccettabile ciò che stiamo leggendo in queste ore su Internet e nei social network. Per questo chiederò al ministro dell'Interno di procedere all'oscuramento dei siti in cui si inneggia alla vigliacca aggressione subita dal presidente Silvio Berlusconi».
«Si tratta di espressioni vergognose e moralmente inaccettabili. È ora di dire basta ai seminatori d'odio e a chi vuole instaurare in Italia un clima da guerra civile», conclude.

«Il popolo del web, da Youtube a Twitter passando per Facebook, dimostra che in Italia c'è un popolo di decerebrati frutto di un impoverimento culturale». Lo sostiene Giancarlo Galan, presidente del Veneto, riferendosi a quanto apparso sulla rete con chi appoggia l'aggressione del premier Silvio Berlusconi.
Galan avverte che «quanto viene riportato nei siti dimostra che nel nostro paese è avvenuta una mutazione genetica estremamente negativa di ciò che si intende per partecipazione politica». Una deriva, sottolinea in una dichiarazione Galan, che ha generato «una situazione in cui i colpevoli sono anche i media ed in particolare le televisioni senza esclusione di rete che non educa a nulla». «Questi decerebrati - conclude Galan in riferimento ancora a certi frequentatori del web - sono il frutto di un impoverimento culturale che fa nascere il mostro».