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Alfano: «La mafia si può combattere senza andare in tv»

di Marco Ludovico

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9 dicembre 2009
Angelino Alfano (Infophoto)

Il governo Berlusconi ha fatto più di ogni altro contro la mafia e intende sconfiggerla per sempre, con un piano straordinario che sarà varato a gennaio: dopo le polemiche per le dichiarazioni del pentito Spatuzza sul premier, scendono in campo il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e il collega agli Interni, Roberto Maroni, per proclamare al Senato insieme ai vertici Pdl che «questo Esecutivo ha avviato una azione di contrasto alla mafia senza precedenti negli ultimi decenni».

Alfano ringrazia il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, per «il tris degli arrestati Raccuglia, Nicchi e Fidanzati» ma poi manda la stoccata verso alcuni magistrati sostenendo che la mafia «si può combattere senza andare in tv o a fare convegni. Lavorando di più in Procura e senza le luci delle telecamere - sottolinea il Guardasigilli - si arresta qualche latitante in più».

Poi, snocciola i dati: a oggi sono stati 167 i provvedimenti di 41-bis come prima applicazione di carcere duro da lui firmati in 185 giorni di governo, e a questi si aggiungono altri 769 provvedimenti di proroga, per un totale 946 decreti di 41-bis. Di questi, «solo 67 sono stati annullati dai tribunali di sorveglianza, un dato dimezzato rispetto a quello degli anni trascorsi».

Il ministro dell'Interno, invece, sottolinea che nei 18 mesi di governo sono stati arrestati 21 dei 30 latitanti più pericolosi, «un risultato superiore del cento per cento rispetto ai 19 mesi precedenti; sono stati inoltre arrestati 299 latitanti (+83%), confiscati 2.942 beni per un valore di 1,8 miliardi di euro (+328%), mentre i beni sequestrati sono stati oltre 11 mila, per un valore di 6,2 miliardi di euro (+71 per cento)».

Il ministro dell'Interno propone, poi, di istituire «una vera e propria agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati che possa valorizzare quelli sequestrati fino a che non arrivi il provvedimento di confisca e possa utilizzare al meglio i beni confiscati, anche vendendoli». Sulla vendita dei beni, che secondo molte critiche potrebbero essere riacquistati dagli stessi mafiosi, Maroni assicura che «si prenderanno tutte le opportune, adeguate cautele e precauzioni perchè nè direttamente, né indirettamente per interposta persona tornino nel patrimonio della mafia».

Ancora più polemico il capogruppo Pdl Maurizio Gasparri: «Il 41-bis - ha sostenuto – è stato prorogato nell'inerzia del governo Prodi e D'Alema. Nel 2002 è stato reso permanente e grazie al centrodestra quella norma è stata ulteriormente inasprita. Alcuni di noi - ha concluso Gasparri - sono docenti dell'antimafia, alcuni della sinistra sono latitanti dell'antimafia».

Replica Anna Finocchiaro, capogruppo Pd: «Non è vero quello che dice Gasparri. Anche la proroga del 41-bis del 1995 non fu il Governo Berlusconi a proporla, ma fu di iniziativa parlamentare, dei parlamentari del Pds. Nel '99 le proposte di proroga furono due: una di Gasparri e una di Folena».

9 dicembre 2009
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