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Una pagella che non è una patente di felicità

di Salvatore Padula

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20 dicembre 2009

Che cosa misura la classifica sulla qualità della vita? La felicità di abitare in un luogo piuttosto che in un altro? Oppure la capacità di un territorio di fornire ai cittadini servizi di buon livello, infrastrutture adeguate, occasioni di lavoro e di affari, sicurezza e relazioni sociali adeguate? La domanda non è oziosa. Visto che, immancabilmente, a ogni sua uscita, l'inchiesta del Sole 24 Ore si porta dietro qualche reazione scomposta da parte di chi - spesso gli amministratori locali - si sente tirato in ballo dai risultati.
È bene, allora, sgombrare il campo da equivoci. Dicendo subito che la graduatoria non riguarda le città, ma il territorio delle province. Tutti i dati che rappresentano la base dell'indagine indicano fenomeni legati a un'area più ampia di quella del solo capoluogo.
La classifica finale è il frutto della media aritmetica del punteggio riportato dalle province in sei macroaree (tenore di vita; affari e lavoro; servizi/ambiente/salute; ordine pubblico; demografia e popolazione; tempo libero). Ogni macroarea è costruita, a sua volta, considerando sei indicatori. Il punteggio è assegnato in modo proporzionale, tenendo conto cioè delle distanze effettive registrate nei singoli indicatori.
Semplificazioni statistiche? Naturalmente sì. Ma ciò che conta è dire che è totalmente sbagliato pensare che i risultati possano indicare "la provincia ideale".
Il territorio che vince in qualità della vita non è affatto quello dove tutti vorremmo andare a vivere. Chi abita ad Agrigento - solo per fare un esempio - magari mai vorrebbe trasferirsi a Trieste, prima in graduatoria. E pensa, giustamente, che quella affacciata sulla Valle dei templi sia la città (provincia) più bella del mondo.
Ma si può forse negare che Trieste offra più opportunità di lavoro di Agrigento? che la ricchezza sia molto più diffusa? che le attività culturali non si possano neppure paragonare? Ecco, l'inchiesta del Sole 24 Ore fotografa questa dimensione. Con la consapevolezza che si può vivere bene, e dignitosamente, anche quando si calca la coda della classifica.

20 dicembre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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