C'e grande soddisfazione a Trieste nel giorno della pubblicazione dell'indagine sulla qualità della vita nelle province italiane, che ha visto la città piazzarsi al top della classifica.
Primato ampiamente meritato, afferma lo scrittore e scultore triestino Mauro Covacich. «Credo sia un riconoscimento incontestabile: a Trieste si vive bene, senza i problemi che si devono affrontare in altre città».
A Trieste – spiega – i servizi funzionano in modo eccellente. «Ciò vale per la sanità, per la pubblica amministrazione, per i trasporti». Oltre che per la giustizia, visto che l'indice che riguarda lo smaltimento delle cause civili presso tribunali e giudici di pace la pone al quinto posto a livello nazionale.
Non concorda invece sul piazzamento agli ultimi posti nella classifica di scippi e borseggi l'astrofisica e scrittrice Margherita Hack, da tempo triestina di adozione. «Qui anche un borseggio diventa una notizia da prima pagina sul giornale locale» afferma. La causa del piazzamento negativo, anche per la Hack (la stessa lettura è stata data dal sindaco di Trieste Roberto Di Piazza) «è che a Trieste la gente presenta sempre denuncia, cosa che in altre province non avviene».
Se proprio un difetto si vuole trovare «è la difficoltà, soprattutto per i giovani, ad avviare un'attività nel mondo delle arti, dei festival letterari, della musica», dice Covacich.
«La città è ancora vittima del suo passato illustre, con il peso dei fasti e delle celebrità del passato. In campo letterario – spiega lo scrittore – penso a Svevo, Joyce, Saba, in quello economico l'epoca d'oro vissuta nell'Ottocento dal porto». E ricorda che anche lui agli esordi ha trovato difficoltà a trovare «spazi per esprimermi».
Scrittore di successo, Mauro Covacich ora vive a Roma. «Ma appena posso torno a Trieste. Lì finalmente ritrovo una città a misura d'uomo, un mare pulito che è tra i più accessibili e dove, cosa rara, la maggior parte degli stabilimenti balneari è pubblica e a libero accesso. Senza parlare poi del Carso».
L'altipiano carsico è una delle chiavi della qualità della vita nella provincia anche per Margherita Hack. «Non solo per la gioia di poter passeggiare in mezzo a una natura ancora incontaminata ma anche per lo scarso inquinamento che quell'enorme polmone verde garantisce alla città». Fatto salvo il centro storico, che diversi giorni all'anno non si sottrae al fenomeno delle polveri sottili oltre i limiti. «Ed è per questa ragione che da anni combatto affinché altre strade, oltre a quelle pedonalizzate negli ultimi anni, vengano chiuse al traffico.
«Oltre a migliorare la qualità dell'aria ciò contribuirebbe a rendere più bello il centro città che, a parte la bruttura della ristrutturazione di alcune piazze, negli ultimi tempi è stato oggetto di ottimi interventi di riqualificazione».
Trieste, anche a giudizio di Covacich negli ultimi anni si è notevolmente trasformata in campo urbanistico. Quello che invece è mancato è un cambio di mentalità in campo culturale. «Tutto è ancora gestito da persone di una certa età che rifiutano qualsiasi modernizzazione».
Trieste, aggiunge, dopo la caduta del muro di Berlino e l'allargamento a est dell'Unione europea avrebbe dovuto trasformarsi nel baricentro anche culturale tra l'Europa orientale e quella nord-occidentale. «In tutto l'est europeo c'è una vivacità intellettuale che a Trieste non esiste».
Anche la "prima della classe" qualche difetto dunque c'è l'ha. Ma tutto sommato non sembra poi tanto difficile rimediarvi.