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Così Trieste è uscita dall'immobilismo

di Elena Ragusin

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19 dicembre 2009
(Marka)

Sono passati quattro anni da quando Trieste si piazzò, come oggi, al primo posto nell'indagine del Sole 24 Ore del Lunedì sulla qualità della vita nelle province italiane. In questo breve periodo la città ha subìto grandi trasformazioni e altre si appresta ad affrontarne, dopo anni di sostanziale immobilismo.

Presente e futuro sono ancora caratterizzati dalle contraddizioni. «Trieste ha davanti a sé grandi opportunità di sviluppo, a partire dalla ristrutturazione del Porto Vecchio», spiega il presidente degli industriali triestini, Sergio Razeto. Il progetto, che richiede investimenti tra il miliardo e il miliardo e mezzo di euro (tutti privati), prevede la restituzione alla città di un'area di ben 70 ettari dove gli edifici storici del porto franco voluto dall'imperatrice d'Austria Maria Teresa saranno ristrutturati per realizzare edifici direzionali, cantieri navali, un polo museale, due marine, alberghi.

Ci sono voluti vent'anni per avviare concretamente il progetto ma «finalmente il prossimo giugno si apriranno i cantieri», assicura Claudio Boniciolli, il presidente dell'Autorità portuale che ha affidato per 99 anni al consorzio di imprese Maltauro–Rizzani de Eccher la concessione del Porto Vecchio. Tutte le attività strettamente portuali saranno trasferite nel Porto Nuovo, a est della città. «Siamo preoccupati per la mancata approvazione da parte del Cipe della prima tranche di finanziamenti che consenta l'avvio della nuova piattaforma logistica», lamenta Boniciolli.

«Questo progetto è importantissimo ma – ecco la seconda contraddizione – da solo non può bastare a garantire in futuro lo sviluppo economico della città», sostiene il presidente degli imprenditori. «Certo – spiega – Trieste ha il più alto valore di depositi bancari in Italia ma ciò è dovuto al fatto che ha una popolazione prevalentemente formata da anziani, che non hanno predisposizione agli investimenti e l'occupazione è concentrata nel terziario mentre l'industria è ridotta a poco più del 10% rispetto agli altri settori produttivi. Se vogliamo conservare l'alta qualità della vita nei prossimi anni dovremo puntare a nuove iniziative industriali».
La città negli ultimi anni ha cambiato il suo volto grazie al rifacimento delle Rive, che un tempo assomigliavano a un nastro di lamiere di auto imbottigliate nel traffico e oggi non hanno nulla da invidiare al lungomare di Nizza, alla pedonalizzazione di molte strade del centro e alle iniziative per l'arredo urbano, alla ripavimentazione di Piazza dell'Unità d'Italia, la più grande in Europa tra quelle che si affacciano sul mare.

«Sono opere che stanno già influendo positivamente sul turismo e altre sono attualmente in cantiere o partiranno a breve», spiega il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza che descrive la sua città come «un ambiente unico grazie alla vicinanza del mare alle colline carsiche dove il turista può godere di teatri, musei e può viverla in sicurezza a tutte le ore del giorno e della notte».
L'indagine di quest'anno evidenzia anche un altissimo numero di scippi e furti: 560,51 ogni 100mila abitanti contro una media nazionale di 150,2. «La ragione è semplice e la confermano le forze dell'ordine: qui permane una mentalità asburgica e quindi ogni minimo reato viene denunciato, cosa che non avviene nella maggior parte delle altre città», afferma il sindaco.

La riqualificazione del centro storico ha avuto effetti positivi anche sul mercato immobiliare, con l'avvio di numerose ristrutturazioni di palazzi storici. «Sono investimenti rilevanti dovuti anche alle quotazioni al metro quadro relativamente basse rispetto alla media nazionale, come evidenzia questa ricerca», spiega l'operatore immobiliare Lino Ravalico. La speranza degli operatori è che grazie alle trasformazioni in atto, il mercato si amplii alla clientela internazionale. «Soprattutto per le nuove realizzazioni turistiche della Costiera, il fenomeno è già iniziato», dice il titolare della Ravalico Real Estate.

Sono per lo più austriaci, svizzeri, croati e sloveni i primi acquirenti stranieri che per raggiungere Trieste possono contare su buone infrastrutture autostradali, salvo la tratta da Mestre a Trieste costantemente congestionata a causa del traffico. Il problema dovrebbe però risolversi nei prossimi quattro anni con la realizzazione della quarta corsia.
«Abbiamo fatto tanto negli ultimi anni – conclude il sindaco Dipiazza – ma non dobbiamo dimenticare che molto resta ancora da fare».

19 dicembre 2009
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