Il Sole 24 Ore
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17 gennaio 2009

Brunetta: «Bamboccioni? Fuori casa per legge a 18 anni»


Fuori di casa a 18 anni per legge. La provocatoria proposta di legge è stata lanciata dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, commentando la sentenza del tribunale di Bergamo che ha condannato un padre a pagare gli alimenti alla figlia over 30 ancora fuori corso all'università. Il ministro anti-fannulloni, dunque, diventa ora anche anti-bamboccioni, sostenendo che i "bamboccioni" «sono vittime di un sistema di cui devono fare il "mea culpa" i genitori. Ho apprezzato Padoa-Schioppa quando ha criticato questa figura anche se in quel caso mancava l'analisi. I "bamboccioni" ci sono perché si danno garanzie solo ai padri, perché le università funzionano in un certo modo, perché i genitori si tengono i privilegi e scaricano i rischi sui figli. La colpa è dei padri che hanno costruito questa società a misura di loro stessi».

Brunetta: «Sono stato bamboccione anche io». Dai microfoni di Rtl il ministro ha anche ammesso di essere stato un "bamboccione": «A 30 anni non ero capace di farmi il letto. Fino a quando non sono andato a vivere da solo era mia madre che mi faceva il letto». Scherzo un po' ovviamente, ha detto il ministro, ma «farei una legge per obbligare i ragazzi ad uscire di casa a 18 anni. Vuol dire libertà per lui, per i genitori, vuol dire la vita».

Calderoli: pollice verso alla proposta anti-bamboccioni. Molto colorito il commento del ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli. «L'amico Brunetta, con la proposta di una legge per far uscire i giovani dalla famiglia al raggiungimento dei 18 anni, mi sembra l'abbia fatta fuori dal vaso». Per Calderoli la proposta Brunetta «rappresenterebbe, infatti, un ingerenza inaccettabile nella vita delle famiglie, dei singoli e delle loro decisioni - aggiunge -. La regola, che deve valere per tutti, è quella dei principi dettati dal buon senso: occorre che si tenga conto delle esigenze e condizioni di ogni singolo caso, cosa che non si è fatta, evidentemente, nella sentenza del tribunale di Bergamo relativa al mantenimento della studentessa 32enne fuori corso».

Gelmini: «Anche la politica ha illuso». «Non si può generalizzare, nè affrontare in maniera semplicistica questioni come questa», commenta il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, esortando a non trascurare gli effetti della crisi economica, anche sui giovani. «La crisi economica internazionale - ha affermato il ministro - impone di non trattare temi come questo in maniera semplicistica. È innegabile che i ragazzi abbiano difficoltà a trovare un lavoro, figuriamoci un alloggio per conto loro, e non li si può definire bamboccioni per questo». Per la Gelmini è indispensabile «che entrino nel mondo del lavoro il prima possibile e il più preparati possibile per vincere la sfida che si para loro davanti». Ma anche una «certa politica», a parere della titolare del dicastero dell'Istruzione, ha le sue responsabilità: «Hanno illuso per tanti anni i ragazzi vendendo loro la possibilità che il settore pubblico potesse assorbire un numero infinito di persone. Ovviamente questo non è accaduto e, in alcuni casi, ha pesato negativamente anche qualche ritardo nel 'privatò. La delusione, per tanti giovani,
è stata inevitabile».

Meloni: «I baby-pensionati restituiscano i soldi». Contrattacca con una proposta altrettanto provocatoria il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni: chiede una legge per imporre ai baby-pensionati, andati in pensione a 40 anni, di dare indietro i soldi presi finora, in modo che possano essere reinvestiti creando opportunità per i giovani e consentendo loro di andare via di casa. «I bamboccioni, quelli che non se ne vanno dalla casa dei genitori perchè stanno troppo comodi, perchè la mamma gli rifà il letto, stira le camicie e cucina - sostiene il ministro Meloni - sono una minoranza, saranno al massimo un 10 per cento. Gli altri non se ne vanno semplicemente perchè non possono». E sfida chiunque a trovare un giovane che rifiuti di andare via dalla casa della mamma se gli si propone un lavoro e la possibilità di mantenersi da solo. Il problema su cui interrogarsi, ha detto, «riguarda il tipo di Italia che è stata consegnata a questi ragazzi».

Donadi (Idv): Serve lavoro, non una legge inutile. «Fuori casa a 18 anni per legge? L'ennesima proposta senza senso di Brunetta». Boccia senza appello la proposta Brunetta anti-bamboccioni il capogruppo alla Camera dell'Italia dei valori, Massimo Donadi. «Il problema non è la pigrizia dei giovani, ma la grave carenza di lavoro. Comprendiamo il gusto della provocazione di Brunetta, la sua ricerca di visibilità, ma la sua proposta conferma solo che vende fumo e non fatti concreti». (N.Co.)

17 gennaio 2009

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