Il boss palermitano Giuseppe Graviano, 48 anni, che sta scontando l'ergastolo nel carcere di Opera, come organizzatore delle stragi del '93 a Roma, Firenze e Milano, ha avuto riconosciuta, su richiesta del suo legale, la revoca dell'isolamento diurno. Graviano continua, comunque, a essere sottoposto al regime carcerario del 41 bis.

La decisione è della terza sezione della Corte d'assise d'appello di Palermo ed è motivata con il superamento del tetto massimo dei tre anni previsto dalla legge, dato che il boss è in cella dal 27 gennaio del 1994 e che l'isolamento gli è stato dato più volte durante la sua reclusione. Graviano continua ad essere regolarmente sottoposto al regime di carcere duro del 41 bis, che è cosa ben diversa dall'isolamento diurno, previsto per chiunque abbia condanne all'ergastolo (anche se non legate a fatti di mafia) e che vieta solo di avere contatti con altri detenuti durante il giorno. Il cosiddetto 41 bis è invece la particolare situazione cui sono sottoposti i boss detenuti, per impedire loro di avere contatti con l'esterno. Tra le imposizioni ai capi di Cosa Nostra il vetro blindato per parlare con i parenti, l'impossibilità di toccare i figli minorenni, la limitazione nelle visite e nei colloqui anche con gli avvocati, la censura sulla posta e limiti anche nei pacchi da e verso l'esterno. Il 41 bis è tra l'altro illimitato e non sottoposto al tetto massimo dei tre anni. Con la revoca dell'isolamento diurno Graviano potrà fare la cosiddetta socializzazione e non restare da solo di giorno. L'udienza per la revoca si era tenuta il 16 dicembre e la decisione del collegio presieduto da Adalberto Battaglia, a latere Alfredo Montalto, era stata presa subito dopo Natale.

L'11 dicembre scorso il boss durante il processo dell'Utri a Palermo, dove il fratelloFilippo aveva smentito le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, aveva inviato una lettera alla corte letta in aula in cui metteva sotto accusa il regime di 41bis: «Le mie condizioni di salute non mi permettono di parlare, quando me lo permetteranno parlerò». Il messaggio era preciso: allentatemi le condizioni carcerarie e potrei anche dire alcune cose.

Dura la reazione di Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili secondo la quale:«Giuseppe Graviano non ha diritto per quello che ci riguarda, a nessuno sconto né di giorno né di notte. Comprendiamo bene che il tribunale di sorveglianza ha applicato le leggi, che durante questi sedici anni troppo spesso sono andate in una sola direzione, in favore della mafia terrorista, e oggi se ne vedono i risultati».

Fabio Granata, vice presidente della commissione antimafia, ha inviato un appello al ministro della Giustizia per «accertare le procedure di revoca dell'isolamento diurno al boss Graviano per dare una risposta trasparente da parte dello Stato alla sacrosanta indignazione dei parenti delle vittime delle stragi».

 

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