Il reato di corruzione in atti giudiziari per il corrotto David Mills è prescritto ha deciso la Cassazione, ma per il presunto corruttore Silvio Berlusconi la prescrizione scatterà solo nella primavera del 2011, anche se al momento non è possibile indicare una data precisa a causa di complessi calcoli che potranno fare solo i giudici della decima sezione penale di Milano dove il processo riprenderà dopodomani. Per Berlusconi infatti il decorso della prescrizione era stato bloccato per un anno e più a causa del lodo Alfano, poi invalidato dalla Corte Costituzionale.

Per il presidente del Consiglio dei ministri c'è dunque una sorta di effetto boomerang del provvedimento di sospensione dei processi per le alte cariche dello Stato. Senza il lodo Alfano il reato sarebbe stato dichiarato prescritto anche per il fondatore di Fininvest e azionista di riferimento di Mediaset. Ma, senza lo scudo, sarebbe stato condannato con Mills anche Berlusconi in primo e secondo grado, sulla base di un impianto accusatorio che la Cassazione non ha messo in discussione nel merito limitandosi a dire solo che la giustizia arrivava a tempo scaduto? Non è detto. Secondo alcuni osservatori le dichiarazioni confessorie di Mills ai pm poi ritrattate non sarebbero state utilizzabili contro il premier perché il legale inglese non era venuto in aula a deporre e i difensori di Berlusconi non avevano prestato il consenso all'utilizzo di quei verbali.

Il processo dunque riprende, ma rischia una nuova sospensione, se si considera che per il prossimo 9 marzo è programmata in Parlamento l'approvazione in via definitiva del legittimo impedimento. La norma consentirà di sospendere il processo per sei mesi a causa degli impegni del capo del Governo ed è rinnovabile per tre volte. In tutto, quindi, 18 mesi. Con ogni probabilità la procura di Milano eccepirà la costituzionalità del legittimo impedimento chiedendo ai giudici del processo per il caso Mills e a quelli della vicenda diritti tv di Mediaset di inviare gli atti alla Consulta. E in casi del genere la Corte Costituzionale impiega non meno di un anno a decidere con conseguente nuovo congelamento dei termini di prescrizione.

 

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