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Delirio su Facebook: «Tiro al bersaglio con i bambini down»

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21 febbraio 2009


«Bersagli, mobili o fissi, nei poligoni di tiro al bersaglio». La follia corre su Facebook, dove é nato un altro gruppo shock, con oltre 1.200 membri, che si intitola «Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini Down». Molti si sono, però, iscritti per criticare la follia degli ideatori del gruppo e per farlo chiudere. Sul sito c'è la foto di un bel bambino con le caratteristiche della malattia e con la scritta sulla fronte "scemo": «È l'unica fine che meritano questi parassiti», si legge nella didascalia sotto la foto. La descrizione del gruppo è aberrante: «È così difficile da accettare questa malattia... perché dovremmo con vivere con questi ignobili creature... con questi stupidi esseri buoni a nulla? I bambini down sono solo un peso per la nostra società. Dunque cosa fare per risolvere il problema? Come liberarci di queste creature in maniera civile? Ebbene sì signori... io ho trovato la soluzione: essa consiste nell'usare questi esseri come bersagli, mobili o fissi, nei poligoni di tiro al bersaglio. Una soluzione facile e divertente per liberarci di queste immonde creature». Tutti nascosti dall'anonimato: il fondatore si chiama "Il vendicatore mascherato", l'amministratore "Il signore della notte".

«L'ignoranza della gente non ha fondo», ha commentato a caldo la presidente dell'associazione "Capirsi Down", Manuela Colombo. Secondo Colombo, «finchè in tv passa un certo tipo di messaggi, non ho molte speranze di veder cambiare le cose. E finchè al Grande Fratello il termine "mongoloide" vola a destra e a manca, come abbiamo denunciato noi stessi, senza risultato, non ho molte speranze». Secondo i dati dell'Aipd, l'Associazione italiana persone Down, in Italia un bambino su 1200 nasce con la sindrome di Down.

Il gruppo su Facebook, che incita alla violenza contro i bambini down, ha commesso «un reato che, come prevede il codice penale, rientra nelle fattispecie dell'apologia e incitamento a condotte violente e discriminatorie», spiega Massimo Melica, avvocato e presidente del Centro studi informatica giuridica Italia. «Spetta ora alla Polizia delle Comunicazioni - continua
Melica - individuare i responsabili di questo reato».

La Polizia postale, su segnalazione di genitori e familiari di bimbi disabili, ha già attivato la procedura di segnalazione per la chiusura del gruppo, anche se i tempi tecnici non saranno brevi perché la richiesta viene vagliata oltre Oceano dai vertici di Facebook. L'Italia non può intervenire direttamente: sarebbe necessario agire tramite rogatoria internazionale che deve essere richiesta dalla magistratura. Il server su cui "gira" Facebook è a Palo Alto, in California e dunque l'Italia non può intervenire direttamente.

Il popolo della rete intanto si è già mobilitato, con varie iniziative. È anche nato il gruppo «Segnaliamo il gruppo: Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini down», che ha già oltre 5mila iscritti. «Ragazzi iscrivetevi.. nn possiamo permettere a questa gente di scherzare in questo modo su dei poveri bambini, che nn hanno nessuna colpa, di essere nati cn questa patologia incurabile!! Iscrivetevi e facciamo chiudere questo gruppo!». Tantissimi i commenti: «Una cattiveria inaudita», scrive Marcello Strada, «menti malate», gli fa eco Pasquale Lodise. «Vergognatevi, sono dei bambini innocenti, bellissimi e indifesi».

21 febbraio 2009
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