Ha preso carta e penna, ed è uscito allo scoperto come mai gli era capitato da quando è l'ombra del Cavaliere. Gianni Letta, dopo le ventiquattrore più difficili da quando è al governo nella complessa e potentissima veste di vice di Silvio Berlusconi ha risposto con una lettera alla missiva che gli era stata inviata ieri dal presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, nella quale si sollecitavano le autorità per conoscere quali imprenditori stiano operando sui cantieri del post sisma, alla luce anche delle inchieste in corso.

«Tante cose sentite e viste in questi giorni hanno turbato anche me - scrive Letta - come tutti quelli che nei giorni del terremoto hanno sentito lacerarsi qualcosa dentro e hanno perso per un bel pezzo la capacità di sorridere e, ancor più, di ridere. Nel contempo, non Le nascondo la preoccupazione che questa vicenda sia deflagrata proprio nel corso di un periodo particolare, che certamente rischia di appannare la serenità del dibattito che pure è giusto intorno a vicende così drammatiche».

Una giornata molto intensa quella di Letta: ieri si è svolto il ricevimento annuale per i Patti Lateranensi, occasione in cui i vertici dello Stato e quelli della Santa Sede si incontrano, con il sottosegretario in veste di grande cerimoniere, anche per il suo ruolo di Gentiluomo di Sua Santità. Ieri della vicenda non si è fatto parola nei colloqui con i cardinali Bertone e Bagnasco, e Letta si è mostrato sereno. Ma – riferiscono i partecipanti – sarebbe stato notato un cortese ma formale distacco tra il presidente Giorgio Napolitano e Berlusconi, il quale in mattinata aveva ribadito che vedrebbe bene Letta al Quirinale, in futuro. Ma ieri era il giorno della lettera.
Affrontando di petto una vicenda che lo ha visto impegnato in prima persona assieme a Guido Bertolaso nella ricostruzioni dell'Abruzzo, dove è nato, Letta ribadisce fra l'altro la «certezza che non verranno meno in futuro il rigore sin qui seguito, il metodo della totale trasparenza dell'azione pubblica, la determinazione rigorosa nell'uso di procedure perfettamente legali, la facilitazione dei controlli e della collaborazione tra diversi organi pubblici, utilizzati in questa prima fase di interventi».

Quello della Protezione civile «è un sistema che il mondo ci ammira per la sua efficienza e che in Abruzzo ha prodotto tangibili risultati, dei quali si deve dare atto», sottolinea Letta.
«E penso anch'io con orrore, come Lei – scrive ancora alla Pezzopane - a chi crede che le calamità possano essere un pretesto per fare buoni affari. Il terremoto, le vittime, la desolazione che ne consegue meritano ben altri sentimenti e ben altra pietà. Altro che affari! Ma, se qualcuno ha pensato il contrario, tutti faremo in modo che si ricreda!».
E aggiunge un allegato alla lettera: da una ricognizione svolta dagli uffici del sottosegretario alla Presidenza risulta che "nessuna delle imprese" che ha avuto incarichi per i lavori del G8 alla Maddalena «è intervenuta per i lavori assegnati a cura del Dipartimento della Protezione Civile all'Aquila».

In particolare, circa l'impresa Baldissini-Tognozzi-Pontello (BTP) citata dalla stampa in questi giorni per il suo coinvolgimento in lavori eseguiti a Firenze, non alla Maddalena, si precisa che ha partecipato ad una sola gara comunitaria, relativa alla progettazione e realizzazione del modulo ad uso scolastico provvisorio per la scuola Carducci dell'Aquila.
Alla fine del ricevimento Letta è andato via subito, insieme al Cavaliere, direzione Palazzo Chigi.