Le 3 leggi per dire no al nucleare di Puglia, Campania e Basilicata impugnate dal Governo sono arrivate al capolinea dell'approvazione tutte fra dicembre 2009 e gennaio 2010, visto che le 3 regioni ritenevano di essere potenziali obiettivi della localizzazione dei siti. In realtà il no al piano nucleare è venuto, anche se non per via normativa, da quasi tutte le regioni del Belpaese tranne la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, sull'onda dei ricorsi alla Corte Costituzionale presentati da 11 amministrazioni (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia, Liguria, Marche, Piemonte, Molise e Toscana), che hanno rilevato profili di incostituzionalità nelle procedure previste per la definizione dei siti e per i processi autorizzativi delle centrali. Altre 4 (Veneto, Campania, Sardegna e Sicilia), hanno dato il loro sostegno. In Sicilia, per esempio, l'assemblea regionale ha detto no al nucleare con un ordine del giorno, approvato all'unanimità, con l'appoggio anche del governatore Raffaele Lombardo.

In Puglia il no al nucleare è contenuto in una legge ad hoc del 4 dicembre 2009 n. 30. In base alle "Disposizioni in materia di energia nucleare", un articolo di 3 commi, il territorio della regione Puglia, recita la norma, «è precluso all'installazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché di depositi di materiali e rifiuti radioattivi». La decisione viene assunta, spiega la norma, tenendo conto degli indirizzi di politica energetica regionale, nazionale e dell'Unione europea con lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale garantendo la rispondenza fra energia prodotta, il suo uso razionale e la capacità di carico del territorio e dell'ambiente.

In Campania, invece, il Consiglio regionale ha deciso di inserire le disposizioni contro il nucleare, per dargli ancora maggiore incisività, nella Finanziaria per il 2010, nel secondo comma dell'articolo 1 della legge 21 gennaio 2010 n. 2. Nel provvedimento la regione stabilisce che il territorio regionale è precluso «all'installazione di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di fabbricazione e di stoccaggio del combustibile nucleare nonché di depositi di materiali radioattivi». Il comma dedicato prosegue indicando un programma di interventi, da varare entro 30 giorni, per migliorare l'efficienza energetica e la sicurezza degli impianti di illuminazione pubblica.

In Basilicata il piano anti-centrali nucleari è contenuto nella legge sull'energia, la n. 1 del 19 gennaio 2010 che, all'articolo 8, stabilisce che «nel territorio lucano non possono essere installati impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare, di stoccaggio di combustibile irraggiato e di rifiuti radioattivi, né depositi di materiali e rifiuti radioattivi». La decisione giunge in ossequio ai principi di sussidiarietà, ragionevolezza e leale collaborazione, in mancanza di intesa tra lo Stato e la regione Basilicata.