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Il via al legittimo impedimento trova Bersani "schiacciato" tra Casini e Di Pietro

di Emilia Patta

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3 febbraio 2010

Legittimo impedimento come "ponte" verso un lodo Alfano bis costituzionale. «È una soluzione ponte necessaria in attesa di una legge costituzionale che consenta alle massime cariche dello Stato di svolgere il loro mandato istituzionale nella pienezza dei propri poteri. E speriamo che ciò possa favorire una più ampia riforma della giustizia e un'organica riforma istituzionale». Mentre la legge sul legittimo impedimento ottiene il via libera da parte della Camera con un'opposizione divisa – no di Pd e Idv e astensione dell'Udc – è il finiano Aldolfo Urso a spiegare la ratio della maggioranza: mettere al riparo il premier per un anno e mezzo dai processi già aperti e da quelli che potrebbero aprirsi in modo da poter avviare con più serenità il processo riformatore, dalla giustizia alla forma di stato.

In questo senso, pur nella ribadita contrarietà al legittimo impedimento, si può intravvedere un sospiro di sollievo anche dalla parte del partito democratico. Legittimo impedimento o reintroduzione dell'immunità: sono in molti nel Pd a pensare che sia la strada del male minore rispetto a un contestatissimo processo breve, ora "congelato" fino all'estate. Piero Fassino lo aveva detto chiaramente in un'intervista al Sole-24 Ore di qualche giorno fa: «Il lodo bis? Lo presentino pure, i numeri li hanno, non è che l'opposizione può avallare tutte le scelte del governo». Insomma, il Pd in questa fase non può non votare contro i provvedimenti sulla giustizia. In piena campagna elettorale (per le regionali si vota il 27 e 28 marzo) il maggiore partito di opposizione non può lasciare l'arma dell'antiberlusconismo in mano all'alleato Di Pietro.

Il rischio piuttosto è quello di allargare il solco con l'Udc, solco già fattosi profondo dopo la vicenda delle primarie pugliesi vinte dal "rosso" Nichi Vendola contro il "moderato" Francesco Boccia sostenuto da Pd e Udc. E i toni alti della minoranza interna di questi giorni stanno lì a sottolineare le difficoltà in cui si trova il leader Pier Luigi Bersani, per il quale la strategia dell'alleanza con i centristi di Pier Ferdinando Casini resta valida nonostante le vicende pugliesi e le divisioni sulla giustizia di questi giorni.

Anche in questo senso le regionali saranno un crocevia: un risultato anche solo discreto (e il 30% dell'ultimo sondaggio Ipsos-Il Sole 24 Ore è tutto sommato un buon risultato) basterebbe a mantenere Bersani in sella. E a dare nuovo vigore alla strategia dell'alleanza con l'Udc nonché al dialogo con la maggioranza su riforma della giustizia e riforme istituzionali.

3 febbraio 2010
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