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Perché Santoro e Travaglio litigano e i fans sul web tifano per la pace

di Andrea Franceschi

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23 febbraio 2010
Santoro e Travaglio litigano, i fan sul web tifano per la pace

Travaglio o Santoro, chi ha ragione? Sul fanclub più numeroso di Annozero su Facebook la discussione appassiona. Ma nei commenti è difficile trovare una posizione comune. Ci sono gli ultras di Travaglio: «Senza Marco non c'è Annozero». E gli spettatori stanchi del «pollaio», che spesso si scatena in trasmissione quando si parla delle vicende personali del giornalista, che ora dicono: «Bravo Michele, puoi fare a meno di lui». Ma il gruppo certamente più numeroso è quello dei «paceri», tutti in coro a invocare una riconciliazione tra il conduttore e la sua firma di punta in nome della causa comune: la lotta contro il «male» (Berlusconi). Il dibattito è lo stesso se ci si sposta nei fanclub personali dei due giornalisti. «La sua risposta a Travaglio mi ha amareggiato molto. Possibile che proprio lei, che lo conosce personalmente, non abbia compreso le ragioni del suo disagio?» scrive Paola sulla bacheca del Santoro fanclub. Altri, come Salvatore si sfogano: «Ci manca pure che litighiate tra di voi!». La discussione è la stessa sul blog del «comune amico» Beppe Grillo. Ma che è successo nella coppia più famosa della tivù anti-cavaliere per averli spinti a un passo dal divorzio? Basta guardare alcuni estratti dell'ultima puntata per capirci qualcosa di più. Eccone uno


La puntata è dedicata all'inchiesta sulla Protezione civile. Si parla delle dubbie frequentazioni di Bertolaso. Il tema è: «È giusto giudicare una persona dalle persone di cui si circonda?». È a quel punto che Nicola Porro, vicedirettore del Giornale, rispolvera una vicenda che anni fa era stato al centro di una contesa tra lo stesso Travaglio e una primadonna del giornalismo "di sinistra": Giuseppe D'Avanzo di Repubblica. Questi in un articolo aveva criticato Travaglio (al centro della scena in quei giorni per gli attacchi rivolti al presidente della Camera Renato Schifani alla trasmissione «Che tempo che fa»). L'accusa è grave: essersi fatto pagare un soggiorno in Sicilia dall'imprenditore mafioso Michele Aiello. Di qui una polemica a colpi di articoli di giornale durata diversi mesi (Travaglio ha poi pubblicato sul suo blog i documenti che lo scagionano dalle accuse).

Insomma, Porro stuzzica Travaglio e questi reagisce duramente, innescando la tipica bagarre televisiva (con tutti che si urlano addosso). Porro contro Travaglio, Travaglio contro Porro; Santoro contro Travaglio. E poi ancora Belpietro contro Travaglio, Santoro contro Belpietro, Travaglio contro Belpietro, Santoro che urla: «Zitti tutti!». È un film già visto: il giornalista reclama il suo diritto a difendersi, il conduttore vuole continuare con la puntata. Ma questa volta si è passato il segno: la polemica tra i due giornalisti finisce sulle pagine del Fatto quotidiano.

Il 20 febbraio Marco Travaglio pubblica una lettera a Santoro in cui ventila il suo possibile abbandono alla trasmissione. «Una reputazione ce l'ho - si lamenta il giornalista - e vi sono affezionato, non posso più accettare che venga infangata ogni giovedì da simili gentiluomini». La risposta di Santoro arriva pochi giorni dopo e si può sintetizzare così: «Se te ne andassi resterei amareggiato, ma non sarebbe la prima volta che mi separo da un mio bravo collaboratore. Non possiamo passare un ora a parlare di Travaglio, perché toglieremmo il tempo alle nostre inchieste. Annozero è come una partita di calcio (falli compresi): si sa come inizia ma non come finisce». Non mancano peraltro gli accenni polemici: «Tu sei cambiato. Non so se ti accorgi che, quando a proposito di Annozero dici che è una questione di format, stai parlando come un membro della Commissione parlamentare di vigilanza»). Sulla stessa edizione del Fatto la controreplica di Travaglio: «Caro Michele siamo diversi sul modo di difendere la nostra onorabilità. Tu preferisci farlo in separata sede legale liquidando pubblicamente con una battuta ironica le calunnie che ti vengono rovesciate addosso. Io non nutro la tua stessa fiducia nel "pubblico" che saprebbe tutto e riuscirebbe da solo a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso». Dopo Di Pietro-De Magistris, Veltroni-D'Alema, si annuncia quindi un altro "divorzio"? Una cosa è certa, il pubblico della ditta Santoro-Travaglio avrà un interesse in più per guardare Annozero.

23 febbraio 2010
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