Il Sole 24 Ore
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23 febbraio 2010

La storia dell'operazione Phuncards-Broker

di Beatrice Rioda


Una villa lussuosa ad Antibes, in Francia, era una delle basi operative dalla struttura transnazionale dedita al riciclaggio, secondo gli inquirenti della Procura di Roma. Nella sontuosa dimora transalpina era di stanza, in genere, Gennaro Mokbel. È l'imprenditore da cui sono partite le indagini, l'"anello di collegamento" tra le società di tlc, che fatturavano in modo falso, e gli interessi di esponenti della 'ndrangheta. Una storia che coinvolge anche l'ex amministratore delegato di Fastweb, Silvio Scaglia, e il senatore del Pdl, Nicola Paolo Di Girolamo, per i quali è stato chiesto l'arresto.

L'operazione che ha portato alle 52 ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai 4 arresti domiciliari di oggi a carico anche dei vertici di Fastweb e di Sparkle, società controllata al 100% da Telecom Italia, è nata da due indagini distinte – una del Ros dei carabinieri e una del Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di finanza – che si sono incrociate.

L'indagine della finanza è nata da movimenti sospetti d'ingenti somme di denaro su un conto corrente e dall'analisi di un'operazione di commercializzazione di carte prepagate, Phuncards, che dovevano consentire agli acquirenti l'accesso, tramite un sito internet, a contenuti tutelati dal diritto d'autore, in realtà inesistenti. L'indagine del Ros origina invece dal transito sul conto corrente di un imprenditore vittima di usura di una tangente da un milione e mezzo di euro in favore di un ufficiale delle fiamme gialle. La tangente era passata per Panama ed era riconducibile alla Broker Management SA, i cui flussi finanziari sono risultati riferibili alle carte telefoniche su cui stavano indagando i militari del Nucleo valutario.

Le due indagini sono state coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Roma e hanno consentito di delineare una struttura transnazionale dedita al riciclaggio di ingentissime somme di denaro, tramite una rete di società appositamente costituite in Italia e all'estero. I capitali illegali riciclati provenivano da una serie di operazioni commerciali fittizie di acquisto e di vendita di servizi di interconnessione telefonica internazionale, per un valore complessivo di due miliardi di euro, che avvenivano con la compiacenza di alti funzionari e amministratori delle due società telefoniche, attraverso società di comodo di diritto italiano, inglese, panamense, finlandese, lussemburghese e off-shore, controllate dall'organizzazione. Il danno allo Stato italiano è stato calcolato in 360 milioni di euro per evasione dell'Iva su fatture per operazioni inesistenti per più di 1 miliardo e 800 milioni.

Inoltre, l'incremento falso di fatturati e ricavi delle società telefoniche ha generato anche fittizi crediti Iva e utile da 96 milioni di euro. A tale fine, le società di telecomunicazioni hanno costituito e utilizzato società sia in Italia che all'estero, servendosi di numerosi prestanome, italiani e stranieri, con l'unico obiettivo di giustificare i flussi finanziari, consentendo la circolarità e il riciclaggio delle somme provento del reato.

Dietro a tutta la vicenda, l'ombra della 'ndrangheta è uno dei particolari più inquietanti. Proprio dai collegamenti fra appartenenti alla famiglia Arena, l'imprenditore Gennaro Mokbel e l'ufficiale della finanza destinatario della tangente, gli investigatori sono arrivati a scoperchiare gli interessi illeciti dell'organizzazione e il sostegno che la stessa avrebbe dato alla candidatura e all'elezione in Senato di Nicola Di Girolamo, del Pdl (episodio per cui il Tribunale di Roma aveva già emesso una misura restrittiva nel giugno 2008 e la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari aveva negato l'autorizzazione all'arresto), risultato essere una delle menti finanziarie dell'organizzazione.

Mokbel, dopo essere stato segretario regionale del Movimento Federalista ha dato vita a una nuova piattaforma politica denominata Partito Federalista ha sostenuto la candidatura di Nicola Di Girolamo, suo stretto collaboratore, «già utilizzato - scrivono gli inquirenti in una nota - per la costituzione delle società internazionali di comodo funzionali al riciclaggio». Nel corso dell'ultima campagna elettorale, nelle indagini sono stati documentati incontri, riunioni, ad Isola Capo Rizzuto, oltre a Di Girolamo e Mokbel, hanno partecipato Fabrizio Arena, della omonima cosca e Franco Pugliese, già sottoposto alla sorveglianza speciale di polizia.

Gli interventi di oggi hanno toccato Lazio, Toscana, Umbria, Lombardia e Calabria e, tramite il Servizio di cooperazione Internazionale di Polizia, Stati Uniti, Francia, Svizzera, Lussemburgo, Regno Unito, Romania, Dubai, Singapore e Hong Kong. Oltre ai provvedimenti restrittivi, sono stati sequestrati circa 200 immobili, quadri di valore, attività commerciali, conti correnti e cassette di sicurezza. La cooperazione internazionale, i pedinamenti e le intercettazioni telefoniche sono state strumenti fondamentali per l'accertamento dei fatti.

23 febbraio 2010

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