Una volta erano le Iene a fare il test antidroga ai parlamentari. Un test a sorpresa, effettuato passando un tampone sulla fronte, che fece guadagnare alle "iene" Davide Parenti e Matteo Viviani una condanna per violazione delle "onorevoli" privacy, «per aver nociuto all'onorabilità del Parlamento».

Verdetto confermato dalla Cassazione per avere «con un comportamento ingannevole e fraudolento» prelevato tamponi di sudore di 50 deputati e 16 senatori per accertare la positività all' uso di stupefacenti. La pena comminata, 5 mesi e 10 giorni, era stata commutata in una sanzione pecuniaria. «Tutti i parlamentari – è scritto nella sentenza – potevano essere indiscriminatamente sospettati di assumere stupefacenti con la conseguenza che ogni membro del Senato o della Camera dei Deputati, nonché l'istituzione parlamentare, ha subito nocumento alla sua immagine pubblica e onorabilità». Allora il 32% dei parlamentari erano stati pizzicati a far uso di droga.

Oggi è solo un parlamentare volontario, uno su 232, a risultare positivo al test Giovanardi, effettuato dal 9 al 13 novembre 2009, tramite analisi del capello e delle urine. Analisi ripetuta in due laboratori "di alto livello". Un test anonimo e volontario che, a parte l'effetto sorpresa, è simile a quello delle Iene, ma garantisce la privacy.

Fra gli onorevoli che si sono sottoposti al test, 147 hanno dato il proprio consenso a rendere noti i risultati (ovviamente negativi) e il proprio nome, mentre 29 non l'hanno dato. Inoltre, 176 hanno ritirato il referto, mentre 56 no. Fra i nomi degli onorevoli negativi che hanno dato il consenso alla pubblicazione dei risultati, lo stesso Giovanardi, promotore degli «esami volontari per dissipare ogni dubbio». Negativi, fra gli altri, anche il presidente del Senato, Renato Schifani, il leader dell'Udc Pierferdinando Casini, il ministro Sandro Bondi, ma anche i parlamentari Ermete Realacci, Gabriella Carlucci, Maurizio Gasparri, Lucio Stanca.

Chi sarà l'anonimo onorevole positivo? Che si sia dovuto sottoporre per forza al test, per una questione di immagine? «Non so chi sia - ha detto Giovanardi - non so se sia senatore o deputato, uomo o donna. Il risultato del test è segreto». Scoprire l'identità dell'onorevole è una mission impossible, assicura il sottosegretario. I test sono infatti identificati con un codice conosciuto solo dalla persona che si è sottoposta all'esame. Il risultato può essere ritirato solo con una scheda in possesso dell'interessato. Giovanardi non nasconde di puntare a una legge che obblighi al test gli onorevoli. (N.Co.)