Le prime cerniere del Mose (il sistema di dighe mobili per la salvaguardia di Venezia) sono state realizzate. Queste enormi, impressionanti cerniere-connettori sono gli elementi che collegheranno le 78 paratoie ai loro alloggiamenti (cassoni) e che ne consentiranno materialmente il movimento.
Realizzate alla Fip di Selvazzano (Padova) sono state presentate al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, in visita al campo-prove dell'azienda metalmeccanica padovana. Qui, in questi ultimi mesi, sono state effettuate tutte le prove funzionali, strutturali e meccaniche per verificare la validità di questo elemento fondamentale del Sistema Mose, i cui lavori di realizzazione sono già al 63 per cento.
Le paratoie mobili del Mose infatti saranno collegate tramite le cerniere ai loro alloggiamenti posti nei fondali delle tre bocche di porto di Venezia: ruotando su di esse, le paratoie si alzeranno e si abbasseranno, secondo necessità, a difesa del territorio dalle acque alte eccezionali. Per questo il gruppo cerniera-connettore rappresenta il fulcro dell'intero sistema di difesa, che il Presidente della Regione Giancarlo Galan – in visita assieme al ministro – ha definito l'opera di ingegneria idraulica più avanzata al mondo.
In effetti stiamo parlando di un modello di assoluta avanguardia, mai sperimentato prima, che tutti – anche quelli che erano contrari – adesso si augurano che una volta montato funzionerà alla perfezione. Ogni cerniera-connettore è costituita da una struttura di acciaio e carbonio formata da tre elementi uniti tra loro: il maschio, la femmina e il gruppo di aggancio.
Complessivamente e' prevista la realizzazione di 156 cerniere - due per ogni paratoia delle barriere - oltre ad alcuni elementi di riserva.
Le prime ad essere posizionate saranno le cerniere per la schiera di paratoie (42 elementi più uno di riserva) che andrà alloggiata alla bocca di porto di Lido-Treporti. Il tutto dovrà avvenire senza ritardi, in linea col crono-programma che prevede la conclusione dei lavori del Mose per il 2014. E a sentire il ministro, non ci sarà nemmeno alcuna difficoltà economica, nonostante l'ingente costo dell'opera (circa 4.700 milioni di euro) al quale poi andranno ad aggiungersi le spese per la manutenzione costante e continua delle parti dell'intero sistema. Matteoli ha anzi assicurato che anche i finanziamenti europei per il Mose saranno presto presi in esame dal Cipe, non appena finira' il periodo elettorale.
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