«Il Pdl non sarà avanti a noi di dieci punti, non so neanche se ci supererà». Dario Galli, presidente della Provincia di Varese è convinto che «in questo momento gli elettori siano particolarmente vicini alla Lega», complice anche «una gestione organizzativa non perfetta da parte del Pdl».
Cosa vi fa sentire così forti?
La Lega, che oggi è il movimento politico più antico presente in Parlamento, è soprattutto un partito che ha idee di partenza chiare. Non è un movimento che strada facendo decide cosa dire per poter prendere i voti degli elettori, è un movimento che sostiene alcune cose precise e cerca di convincere le persone della giustezza delle proprie tesi. Siamo più fortemente individuati come partito perché abbiamo idee forti, precise, che la gente condivide sempre più. E l'eventuale allineamento del Pdl nei nostri confronti dipende dal fatto che il centrodestra si è reso conto di come gli elettori siano interessati alle questioni sicurezza, immigrazione, tasse, burocrazia dello Stato: temi storici della Lega. Ce ne siamo sempre occupati, come dice Bossi abbiamo il copyright; arrivare dopo è come vendere la copia rifatta di un originale. Ma noi non cerchiamo di cooptare nessuno, abbiamo sempre mantenuto la nostra linea.
Roberto Formigoni sostiene che in Lombardia il Pdl sia avanti di voi 10 punti..
In campagna elettorale si fa il meglio che si può, cercando di convincere gli altri delle proprie idee, poi è il cittadino che decide e i conti si tirano dopo le elezioni. Ma ho la sensazione che in questo momento l'elettore ci sia particolarmente vicino, perché credo che alcune gestioni organizzative non perfette abbiano spostato una parte dell'elettorato borderline, quello che indifferentemente in Lombardia vota Pdl o Lega, a nostro favore. E questo secondo me è avvenuto anche per l'atteggiamento adottato, perché dopo quello che è successo con le liste escluse invece di avere un comportamento di pura difesa sarebbe stato utile dire: «Scusate, abbiamo sbagliato». Perciò credo che una variazione in positivo per noi ci sarà e non penso che il Pdl sarà davanti a noi di 10 punti, non so neanche se ci starà davanti.
Gianfranco Fini ha esortato il Pdl a non essere una copia della Lega. Lei che futuro vede nei vostri rapporti con il centrodestra?
Fini ha una visione romanocentrica dell'Italia, ormai fuori dalla storia. Gli elettori lombardi invece hanno le idee chiare e non è questione di omologarsi alla Lega. Io dico che da ora in avanti in Italia dobbiamo entrare drasticamente nell'ordine di idee di: ridurre la tassazione e la burocrazia su chi lavora (operai, impiegati e imprenditori), ridurre la burocrazia dello Stato, difendere i nostri cittadini, evitare che la Sicilia continui ad avere 6 mila dipendenti in Regione invece che i 2.500 della Lombardia o i 50mila operai forestali invece che i 500 della Lombardia. Se non facciamo questo, cos'altro dobbiamo fare per mettere a posto il paese? Quindi a Fini chiederei: se non si fanno le cose che la Lega dice da sempre come si pensa di uscire dal pantano nel quale l'Italia si è infilata?
Pensa che dopo Letizia Moratti ci potrà essere un sindaco leghista a Milano?
Prima o poi maturerà anche questa posizione. Qualche anno fa erano impensabili tante cose, invece oggi in Lombardia su 12 province, 6 hanno un presidente leghista. Nella prossima tornata elettorale mi aspetto che i voti tra noi e il Pdl non siano tanto distanti e che il numero di consiglieri e assessori rispecchi questa realtà. Tra un po' di tempo anche un sindaco della Lega potrà interpretare gagliardamente la milanesità, rilanciando Milano sui suoi valori tradizionali, quelli cioè di una grande città imprenditoriale, prima nel manifatturiero e oggi nel terziario avanzato e in tante altre cose. Non siamo noi che abbiamo il sogno di avere un sindaco a Milano, è Milano che deve sognare di avere un sindaco della Lega.
Nel suo governo in Provincia tutto bene nei rapporti con il Pdl?
Sono entrato in Lega nel 1987, sono diventato militante nel '90, sindaco nel '93 e sono sempre stato primo cittadino o presidente, senza mai essere succube di un altro partito: Pdl, Fi o An. Ma qui in provincia il Pdl è molto legato al territorio, la maggior parte dei componenti del consiglio o della giunta non hanno la casacca della Lega perchè sono iscritti in un altro partito, ma dicono più o meno le stesse cose che diciamo noi. La collaborazione è perfetta: su qualunque questione si parte più o meno dagli stessi principi per arrivare alle medesime conclusioni e non ci sono mai stati screzi o voti contrari. Ma qui la Lega è forte.
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