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Tremonti: «Evitato il collasso dei conti»

di Nicoletta Cottone

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17 marzo 2010
Tremonti respinge le accuse <br/>di immobilismo sulla crisi


È sbagliata l'accusa di immobilismo al governo in questi mesi: «Non siamo stati immobili sulle cose da fare, ma siamo stati irremovibili sulle cose che non si dovevano fare». Così il ministro dell'Economia Giulio Tremonti in aula alla Camera, parlando della crisi. «È eccessivo dire che abbiamo fatto tutto male. È massimalismo: almeno una cosa buona l'avremo pur fatta». In particolare, ha detto Tremonti «abbiamo evitato di essere la causa e l'epicentro della crisi».

Per il numero uno dell'Economia «se la nostra azione fosse stata ispirata da un avventurismo deficista gli effetti di beffa e maggior danno sarebbero state devastanti per la Repubblica e le nostre famiglie». Non si è smarrita la coesione sociale. «Faremo il possibile per non lasciare indietro nessuno ma finora non si è smarrita la coesione sociale». La crisi dimostra «che per molti Paesi il futuro sarà diverso dal passato e non migliore perchè la manifattura è meglio della finanza, il risparmio è meglio del debito e perché la flessibilità è meglio della rigidità».

Ci sarà la riforma fiscale. Il governo farà la riforma fiscale, ha ribadito il ministro, senza mettere imposte patrimoniali o colpire il risparmio e la casa. Il ministro ha garantito, inoltre, che ci sarà un confronto con tutte le parti interessate. «Stiamo lavorando alla riforma fiscale, è fondamentale per rendere il nostro sistema più giusto ed efficiente, non possiamo continuare con la macchina disegnata mezzo secolo fa e poi solo rattoppata». Nel processo di riassetto, ha aggiunto, «non metteremo imposte patrimoniali e non colpiremo il risparmio e la casa. Discuteremo con tutti e su tutto: con le forze sociali, l'opposizione, in Parlamento, con gli organismi internazionali. Realizzeremo il programma elettorale che è stato votato dagli elettori».

Evitato il rischio collasso del bilancio pubblico. «Abbiamo evitato il rischio collasso del nostro bilancio pubblico. E se si facesse la scelta di aumentare il debito avremmo più tempesta», ha detto il numero uno di via Nazionale. «Oggi - ha aggiunto - la velocità di crescita del nostro deficit e del debito è inferiore alla media europea. E la sostenibilità del nostro debito, come ha scritto l'Economist, è migliore di quella di altri paesi». Inoltre la richiesta di correzione del deficit per l'Italia è dello 0,6% «la più bassa d'Europa».

Il sistema produttivo ha tenuto. Sul rischio del collasso del sistema produttivo, il ministro ha sottolineato che «il nostro sistema produttivo, pur colpito dall'esterno, ha tenuto. Gli ordinativi sono cresciuti nell'ultimo trimestre di oltre il 5% del 2009, anticipando un recupero del sistema. Siamo tra i paesi - ha detto - col più basso tasso di disoccupazione, all'8,6% contro il 10% dell'area euro, con l'inflazione in crescita nulla su base congiunturale». Nell'accesso al credito «riceviamo segnali di attenuazioni delle tensioni, mentre la pressione fiscale é del 42,7% contro il 43,1% del 2007. Abbiamo contribuito, affermo, perché il governo non é l'attore assoluto, a mantenere lo stato sociale e lo stato patrimoniale (sicurezza e sanità), e dobbiamo dire grazie a alle forze sociali e ai lavoratori». Tremonti ha attaccato le privatizzazioni che, ha detto, «sono tra le cause che hanno portato a differenziali negativi di produttività in Italia». Sono le patologie ha detto Tremonti, «causate dalle privatizzazioni fatte nel decennio passato, dai telefoni all'energia, alle autostrade. Chissà chi le ha fatte».

«Abbiamo fatto riforme strutturali». Il ministro ha rivendicato i risultati del Governo nella politica economica. «A me non risulta che altri paesi abbiano fatto riforme, mentre l'Italia ha fatto le riforme». Ha sottolineato di avere «avviato e impostato» le riforme della pubblica amministrazione, della scuola, dell'università, del lavoro e della previdenza costruendo così «la base su cui si può riflettere per il futuro». Il sistema previdenziale italiano, ha detto poi Tremonti, è tra i più stabili d'Europa «e certo non grazie a chi ha eliminato lo scalone». Il ministro ha aggiunto che, per il futuro, occorre sì pensare ai giovani, ma anche al numero crescente di anziani non autosufficienti.

Non si può governare con il piccolo chimico. «Siamo un grande Paese ma siamo in una situazione complessa e critica e non si può governare con il "piccolo chimico"». Per Tremonti «non esistono formule magiche» e ha affermato di avere ascoltato «formule idrauliche, chimiche, di alchemia». Il discorso alla Camera si è chiuso con una stoccata a Bersani. «Onorevole Bersani, sui vostri manifesti è annunciato "In poche parole, un'altra Italia". Non so se è possibile la vostra Italia. So che non é preferibile».

17 marzo 2010
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