Via libera, all'unanimità, da parte della commissione Finanze del Senato al documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sull'utilizzo e la diffusione degli strumenti di finanza derivata e delle cartolarizzazioni nelle pubbliche amministrazioni. Il testo è frutto di un lavoro bipartisan che ha visto coinvolti Pdl, Lega, Pd e Idv. Un anno di indagine e 23 audizioni che hanno prodotto un documento di natura non legislativa, ma che contiene 21 linee guida che la stessa Commissione auspica possa essere tradotto "in specifiche disposizioni".
Per molti enti locali, sostiene la commissione nel documento, il ricorso ai derivati finanziari ha creato una situazione preoccupante, per cui è necessario intervenire con nuove regole che restringano la possibilità di accesso a questi strumenti. In effetti «non sussistono rischi sistemici per l'Italia - ha sottolineato in una conferenza stampa il presidente della commissione Mario Baldassarri - ma sono emersi elementi critici rilevanti e in molti casi preoccupanti».
«La conclusione - afferma la commissione nel documento - di operazioni di particolare complessità da parte di enti territoriali, non solo di ridotte dimensioni anche organizzative, suscita forti perplessità, essendo emerse particolari criticità in relazione ai contratti da essi conclusi. Sono emersi elementi dai quali si evidenziano operazioni poco trasparenti e condizioni di non adeguato equilibrio tra gli interessi delle pubbliche amministrazioni e quelli delle banche proponenti i contratti». Pertanto la commissione del Senato «ritiene essenziale per il futuro, da parte di tutti i soggetti coinvolti, il rispetto delle linee guida indicate in questo documento, con l'auspicio che esse vengano tradotte in specifiche disposizioni».
È necessario «in primis delineare l'esatta dimensione quantitativa del fenomeno, a fronte di dati e cifre non sempre coincidenti e tenuto altresì conto delle molteplici angolazioni e prospettive dalla quali il volume complessivo dei derivati negoziati dagli enti territoriali può essere traguardato». La commissione Finanze «conferma la competenza di vigilanza e controllo su questo aspetto del ministero dell'Economia, in piena collaborazione con gli enti territoriali e locali. Tuttavia, appare incontrovertibile dai dati esposti che il fenomeno non presenta profili di rischi sistemici per la finanza locale italiana, pur nella necessità di dover comunque procedere verso la piena trasparenza dei bilanci e alla risoluzione concordata di tali forme di contratti, anche alla luce dell'attuale fase di bassi tassi d'interesse».