Emilia-Romagna
1 | La crisi si è abbattuta pesantemente sulla via Emilia, con una caduta del Pil del 4,4% e del 24,5% per l'export nei primi undici mesi dell'anno. Quali sono le sue ricette per rilanciare l'economia? |
2 | All'ordine del giorno l'occupazione, con richieste record di Cig in regione – cresciute di otto volte, tra cassa ordinaria e straordinaria – e tasso di disoccupazione che rialza la testa. Quali le sue proposte su questo versante? |
3 | Reti fieristica e aeroportuale e grandi opere: tre incompiute del precedente mandato e tre questioni chiave per lo sviluppo della regione. Quali idee e progetti ha in programma su questi tre fronti? |
4 | Il bilancio regionale è molto ingessato dalla spesa sanitaria, che vale circa il 60% delle entrate. Cosa propone di fare per ottenere maggiore efficienza e liberare risorse per economia e lavoro? |
5 | Secondo la Cisl per le imposte locali si pagano 265 euro in più rispetto alla media italiana. Nel Ptr, recentemente approvato, si parla di semplificazione amministrativa e di "patto di lealtà fiscale". Come realizzare l'obiettivo, anche in vista del federalismo? |
6 | Nel paese si parla di "nuova Tangentopoli" e il caso Delbono ha portato la questione morale sulla via Emilia. I cittadini chiedono più trasparenza: come rispondere a questo bisogno crescente? |
Pd
Vasco Errani
«Più spazio all'innovazione»
E' il presidente uscente. È nato a Massa Lombarda (Ra) nel 1955.
1. Il primo impegno che ci siamo presi è stato di evitare chiusure di imprese e licenziamenti. Contemporaneamente abbiamo messo in campo interventi per la ripresa, investendo risorse importanti su ricerca, innovazione e nascita di nuove imprese. La rete regionale della ricerca è un'esperienza originale e unica in Italia, che ha coinvolto imprese e università, messo al lavoro 1.800 ricercatori per trovare soluzioni nuove e trasferirle al mondo della produzione. All'inizio del 2010 abbiamo finanziato cinque bandi per sostenere, tra l'altro, la nascita di imprese innovative e l'internazionalizzazione.
2. L'accordo nazionale sugli ammortizzatori in deroga è stato possibile soprattutto grazie all'impegno e alle risorse delle regioni. In Emilia-Romagna abbiamo promosso quasi 10mila accordi e accompagnato i processi di crisi aziendali con uno sforzo straordinario nella formazione, per aggiornare e riqualificare le competenze dei lavoratori. Ora però serve un intervento normativo, perché la cassa integrazione sta finendo e la legge tutela solo il 4% dei lavoratori. Aspettare che la crisi passi non è una soluzione, ma nessuno ha ancora capito che cosa il Governo voglia fare.
3.
Sulle fiere vogliamo dare forza a un progetto di sistema, anche attraverso una nostra presenza nel capitale sociale e valorizzando il ruolo degli attori privati. Il nostro impegno è di vedere ulteriormente riconosciuto il ruolo che esse hanno acquisito. Abbiamo poi partecipato alle società di gestione aeroportuali, ma è chiaro che non basta. Ora dobbiamo aumentare di molto il grado di collaborazione tra gli scali, anche per essere più forti nei rapporti con le compagnie aeree che sono i veri padroni del mercato. Per le grandi opere sono stati dieci anni di grandi realizzazioni, tra cui l'Alta velocità, il raddoppio della ferrovia Bologna-Verona, la quarta corsia tra Bologna e Modena. A fronte di impegni sottoscritti con i vari Governi, mancano però ancora risposte cruciali a partire dal Passante nord di Bologna, la Campogalliano-Sassuolo e la nuova Romea.
4. Chiariamo: si parla di risorse trasferite e in tutti i bilanci regionali la sanità assorbe la quota più alta di risorse. Comunque, la sanità non è solo spesa per la cura delle persone. Dove ci sono efficienza e qualità – e l'Emilia-Romagna è prima, come ha detto lo stesso ministro – la spesa sanitaria è anche fatta di investimenti che producono ricchezza e occupazione: per ammodernare e costruire ospedali, acquistare nuove attrezzature tecnologiche, finanziare progetti di ricerca. Il biomedicale, a proposito della politica industriale che non c'è, è un settore importante, su cui un Governo serio dovrebbe investire.
5. Tre dati innanzitutto. Il maggior reddito fiscale, rispetto ad altre aree del Paese, è anche determinato da una maggiore ricchezza. L'Emilia-Romagna ha il più alto differenziale tra ciò che pagano i contribuenti e ciò che ci viene trasferito dallo Stato. Siamo l'unica regione che dice quanto spende per il funzionamento della "macchina" amministrativa: il 2,9% del bilancio. Ricordo infine che abbiamo ridotto comunità montane, consorzi di bonifica, compensi e numero degli amministratori delle società. Il passo che manca per una maggiore equità è il federalismo fiscale. Le regioni sono pronte da tempo e aspettano i conti che il Governo non ha ancora fatto.
6. Nel Paese, appunto, si parla di nuova Tangentopoli. In Emilia-Romagna il sindaco di Bologna si è dimesso prima ancora della conclusione dell'indagine su alcune missioni. Le regole che guidano la nostra attività sono chiare e trasparenti e, ho già detto, se qualcuno le ha violate la regione si tutelerà.
Pdl
Anna Maria Bernini
«Bilanci sanitari trasparenti»
Nata a Bologna nel 1965, Anna Maria Bernini è deputato del Pdl dal 2008. È avvocato civilista e amministrativista ed è professore associato di discipline giuridiche.
1. Il conto della crisi è pesante, nella nostra regione e non solo; il modello rosso monopolio emiliano-romagnolo ha da tempo mostrato la corda. È importante andare avanti facendo leva sui nostri punti di forza. Sappiamo bene che lo Stato non può creare ricchezza, e neppure la regione: questo può avvenire grazie al privato, alle imprese, agli imprenditori e ai lavoratori. Per questo dobbiamo diminuire tutte le resistenze che ancora esistono, anche a livello locale, al processo imprenditoriale. Ho solo tre ricette: semplificare, semplificare, semplificare.
2. Non possiamo continuare a fronteggiare la disoccupazione facendo appello a vecchie ricette. Il nostro compito deve essere usare al meglio i fondi che abbiamo per attrezzare i lavoratori alla complessità. Il sistema della Cig ha retto bene, ma la priorità per i prossimi anni è un investimento di qualità nella formazione. Una formazione autentica, reale, vicina ai bisogni del mercato, da espletarsi quando possibile all'interno delle stesse imprese. Il mondo non si ferma e noi non possiamo scendere: dobbiamo attrezzarci non solo per sopravvivere al cambiamento, ma per consentire a tutti di trovare la propria opportunità. Per questo, oltre all'investimento in formazione, è per me prioritario puntare sulle nuove imprese, incentivando quanto più possibile l'autoimpiego e l'imprenditorialità diffusa.
3. Non dobbiamo giocare alla "razionalizzazione" centralistica, ma garantire che il sistema aeroportuale, la rete fieristica e le grandi opere servano effettivamente i bisogni del territorio. Per questo motivo è essenziale puntare su infrastrutture, logistica, intermodalità e offerta turistica integrata. Le infrastrutture sono uno strumento per supportare le nostre imprese e i nostri cittadini e così agganciare più velocemente la ripresa.
4. La nostra regione usa male il privato, e questo ha effetti deleteri sul pubblico. La sanità ha bisogno di competizione, per far sì che anche il pubblico impari da gestori che hanno competenze, ambizioni e vocazione manageriale. Urge un sistema di accreditamenti veramente trasparenti ed effettiva parità fra le strutture, all'interno del Servizio sanitario nazionale. Questo sistema aumenta la libertà di scelta dei pazienti, che è un valore in sè, ma che dà anche la possibilità di creare efficienza, attraverso il confronto concorrenziale.
5. Il federalismo fiscale cambierà profondamente il rapporto fra governo regionale e fiscalità. Dobbiamo attrezzarci, verificando sul campo (quando si entrerà nella fase attuativa della riforma) la possibilità di usare la leva fiscale per attrarre investimenti, imprese, e capitale umano di qualità.
6. Bisogna cambiare l'approccio ai servizi pubblici. Tutto ciò che può essere messo a gara, va messo a gara, con criteri di massima trasparerenza. Inoltre, tutte le informazioni vanno rese immediatamente accessibili, con un click, via internet. Bisogna che lo siano anche i bilanci delle strutture sanitarie. La regione non amministra danari propri, ma dei cittadini, che sono i nostri azionisti. A loro non si può, né si deve nascondere alcunchè.
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