
Presidente Bresso, il mondo produttivo invoca un coinvolgimento stabile nelle politiche regionali per l'economia...
Sotto elezioni si dice qualsiasi cosa, ognuno alza la barra. Ma i fatti sono fatti: c'è già un tavolo permanente sulla crisi dove sono rappresentati tutti. Abbiamo firmato anche un protocollo d'intesa nel quale ci sono cose che peraltro abbiamo in larga parte già fatto. Non mi sembra ci sia un problema di maggiore consultazione, semmai di non trovarci in maniera rituale. Dopo di che non è neanche corretto che qualcuno pensi di decidere la politica della Regione: noi dobbiamo aver una visione generale, tenere conto di tutti e stare dentro le risorse che abbiamo a disposizione. È il tavolo cui ho fatto riferimento che ha prodotto il Patto per lo sviluppo.
Si avvicina l'ora del federalismo fiscale?
Non è vero che questa sarà la legislatura caratterizzata dal federalismo fiscale. Da quello che sta venendo fuori, infatti, vediamo solo imposte non federali. Se noi avremo solo delle compartecipazioni, per di più su imposte che continua a gestire e incassare lo Stato, non avremo alcun margine di recupero di evasione e neppure margini per restituire alle imprese e ai cittadini gli incrementi di gettito. Nessuna di queste imposte è veramente nostra. Non per nulla nel nostro programma abbiamo chiesto di avere l'Iva regionalizzata. Solo in quel caso, se aumenteremo il gettito recuperando evasione o incrementando il gettito, potremo restituire una parte a cittadini e imprese attraverso facilitazioni, crediti, sgravi per certe politiche che rappresentano i nostri obiettivi. Ma per fare ciò abbiamo bisogno di imposte veramente nostre.
La sua giunta nella legislatura appena conclusa ha puntato moltissimo sulle energie rinnovabili. E il nucleare?
Puntiamo sulle rinnovabili perché sono quelle che oggi possono sviluppare opportunità di lavoro e di crescita soprattutto per le Pmi. Il nucleare farebbe bene a poche e grandi imprese, non italiane e non piemontesi e in questo momento la proposta del governo è su un nucleare ancora poco sicuro. Quello sicuro è fermo, sia in Francia sia in Finlandia, ed è costosissimo. Inoltre, non vedo la possibilità di una centrale in Piemonte e a Trino perchè il sito non è più adatto. Puntare sul nucleare significa puntare su una cosa che non si farà mai e che comunque non produttà crescita ne sviluppo. Sicuramente non favorirà le Pmi.
Le associazioni imprenditoriali si lamentano del perdurare dei ritardi nei pagamenti della Pa.
Si lamentano, lo so, ma il nostro non è un sistema federale, non abbiamo la cassa e quindi molto spesso non arriva la liquidità attesa. La Regione in quanto tale ha una disposizione rigorosa: cerchiamo di stare dentro i 90 giorni dalla liquidazione. Abbiamo fatto di tutto per aumentare la liquidità delle Asl, anche facendo un'anticipazione per consentire loro di sopperire a una carenza di cassa che deriva dallo Stato, perché la sanità è un fondo ripartito. Direi, comunque, che le nostre Asl pagano meglio di quanto non si faccia nella maggior parte delle aziende sanitarie in Italia. Inoltre, abbiamo fatto di tutto per accelerare i pagamenti anche nell'ambito dei contributi della cultura, ma se il sistema non si riassetta, con ciascuno che ha accesso a proprie imposte con la relativa liquidità, difficilmente le cose andranno a posto. Noi possiamo solo ipotizzare strumenti che però partono dal principio che prima o poi i soldi arriveranno, perché noi abbiamo alcuni di miliardi di liquidità ferma. Il Paese deve darsi una regolata generale. Abbiamo proposto che crediti nei confronti della Pa possano essere compensati con le imposte. Stiamo lavorando a una proposta di legge in questo senso: molto spesso c'è chi ha un credito ma nel medesimo tempo debiti per imposte: la compesanzione faciliterebbe i pagamenti. (A.Mor.)
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