Cinquanta pagine a testa. Per convincere gli elettori del Lazio a indicarle come future governatrici. Emma Bonino e Renata Polverini hanno puntato sulla sinteticità per i loro programmi elettorali, ma le scelte divergono fin dalla copertina.
La forma. Più leggera la veste grafica privilegiata dall'ex ministro delle Politiche europee, la cui foto, la stessa dei manifesti che popolano la capitale, è presente su tutte le cinquanta pagine del programma. Strutturato per aree, venti in tutto: dall'ambiente alla casa, alla sanità. Più austera, invece, la scelta di Renata Polverini. Niente immagini della candidata, ma un programma organizzato su quattro pilastri (futuro, famiglia, salute e lavoro) e 60 impegni.
Le parole d'ordine. Identico, però, è l'avvio: una premessa per entrambe ricordando gli slogan («Ti puoi fidare» per la candidata del Pd, «Con te» per quella del Pdl) e i cavalli di battaglia dell'azione politica. La Bonino punta su trasparenza e responsabilità, ma ribadisce anche il rispetto per la Costituzione. Proprio come l'ex sindacalista. Che, nella sua stringatissima presentazione, sottolinea l'adesione ai valori della carta, e altre quattro parole d'ordine: identità nazionale, la famiglia, giustizia sociale e diritti dei più deboli. Ecco le loro scelte su alcuni capitoli cruciali.
Il nodo della sanità. È il tema di apertura per Renata Polverini, ma non per Emma Bonino che rilega la sanità alla pagina 37. Per la radicale il punto di partenza è la convocazione nei primi 100 giorni degli Stati generali della Sanità: una grande operazione verità che sarà la base di un piano di interventi, a cominciare dalla rinegoziazione della partecipazione del Lazio al Fondo sanitario nazionale. Puntando ad avere più risorse nei prossimi anni. Anche nel programma della Polverini si parla di rinegoziazione, ma l'oggetto è diverso. Perché l'ex sindacalista mira a ricontrattare con il governo il piano di risanamento dei conti della sanità e a ridurre nei prossimi tre anni le addizionali Irpef e Irap. Su un punto, però, le due candidate convergono: la necessità di ridurre la spesa ospedaliera. Con la Bonino che vuole porre un freno alle esternalizzazioni, ma anche risolvere il nodo dei costi della formazione universitaria che gravano tutti sul bilancio regionale. Mentre la Polverini intende istituire una direzione regionale ad hoc e ridurre le Asl (da 12 a 8 in prima battuta, per arrivare poi a 6 entro la fine della legislatura).
Nucleare sì, nucleare no. Su un aspetto i due programmi sono sovrapponibili: la volontà di potenziare con sgravi e incentivi a imprese e famiglie le energie rinnovabili. Per la Bonino, però, il percorso passa attraverso una netta bocciatura del nucleare, nessun accenno invece nel programma della Polverini. Un'assenza non casuale vista la diversità di vedute tra l'ex sindacalista, che ha chiuso la porta alle centrali, e la sua coalizione. Che, del sostegno al nucleare, ha invece fatto una battaglia di principio.
Sì ai farmer market. Avanti tutta poi per entrambe con i farmer market, gli spazi dedicati esclusivamente ai produttori. A questi la Bonino affianca il potenziamento dell'agricoltura biologica (che in prospettiva consentirà di creare 14mila posti di lavoro), mentre la sua avversaria è più concentrata sulla quella tradizionale, a cui promette una nuova legge sul "credito agrario" e una riduzione delle procedure burocratiche.
Casa ed edilizia. Sul piano casa l'obiettivo è diverso. L'ex ministro vuole agire soprattutto sugli incentivi all'efficientamento energetico degli edifici, mentre la candidata del Pdl intende incrementare il premio di cubatura per gli interventi di sostituzione edilizia. Sul fronte dell'edilizia residenziale pubblica, poi, il centro-sinistra punta soprattutto sul trasferimento di aree del demanio pubblico (che consentirebbe la sistemazione di 15mila famiglie), mentre la Polverini sulla dismissione del patrimonio delle Ater (le aziende territoriali per l'edilizia residenziale). Per entrambe, però, è fondamentale prevedere un sistema di sgravi o incentivi per le seconde o le terze case se affittate.
Discariche addio? Due i diktat del programma della Bonino: no alle discariche non a norma Ue e no a nuovi inceneritori, puntando a impianti innovativi nel trattamento dei rifiuti e a rafforzare centri di raccolta e isole ecologiche. Per la Polverini, invece, occorre partire da un monitoraggio degli impianti di trattamento attualmente dislocati nel Lazio, anche attraverso la crezione di un osservatorio ad hoc. Identico però è l'impegno per potenziare la raccolta differenziata.