Il Cavaliere l'ha definito «un alleato leale e forte e un amico al quale sono legato da un grande fraterno affetto». Ma "l'amico" Umberto Bossi non risparmia qualche frecciatina agli alleati del Pdl. Così, da Milano, dove è giunto per il comizio conclusivo della campagna elettorale del Carroccio, risponde per le rime a un militante della Lega che gli grida «Umberto non piegarti a Silvio». «Io non mi piego a nessuno. Io uso il cervello», ribatte il Senatur.
Nessun complesso di inferiorità, quindi. Anzi, la convinzione che la sua Lega riuscirà a doppiare il Pdl al Nord. Berlusconi si è detto sicuro che ciò non accadrà. Il leader del Carroccio giudica la questione «poco interessante», perché è sicuro che gli elettori non lo tradiranno. L'indicazione per loro è chiara. «Fratelli milanesi della grande capitale morale – dice – fate la croce sul simbolo del guerriero. Non serve scrivere i nomi. Fate la croce sul guerriero poi magari scrivete qualche nome di qualcuno della Lega, adesso facciamo vincere Formigoni».
Insomma, ufficialmente si rema per il governatore uscente. Ma i rapporti tra Lega e Pdl non sono idilliaci. Due giorni fa era stato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a mettere in guardia. «Il Pdl non diventi fotocopia del Carroccio». Ieri, poi, il Senatur ci ha messo il carico da novanta sostenendo che il governatore uscente del Veneto, Giancarlo Galan, «è più bravo ad andare a pescare». Oggi, però, arriva la replica del coordinatore azzurro Giancarlo Giorgetti. «Le dichiarazioni del ministro Bossi su Galan sono irricevibili» e si dice certo che «queste parole saranno uno sprone straordinario per gli elettori del centro-destra che a maggior ragione premieranno il Pdl del Veneto».
La tensione è quindi palpabile sebbene il Cavaliere continui a rassicurare i suoi sull'esito del voto. Ma è chiaro che più di qualcuno nelle file del Pdl teme che il sorpasso sia ormai inevitabile. Anche se dal palco il governatore Roberto Formigoni ostenta sicurezza. «La nostra alleanza è solida. Berlusconi e Bossi sono grandi amici».
Meglio quindi mostrarsi compatti in vista delle elezioni. Accantonando, per ora, la questione di chi sarà il primo partito del Nord. Anche per non offrire il fianco agli avversari come l'Udc che provano a cavalcare la tensione interna al centro-destra. «Noi siamo gli unici che contrastano la Lega - afferma Pier Ferdinando Casini giunto a Milano per sostenere il suo candidato Savino Pezzotta – l'unico baluardo serio siamo noi. Gli altri stanno dietro con tutte le loro sciocchezze e le sciocchezze della Lega».
Un appello che arriva nelle stesse ore in cui il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, prende carta e penna per invitare gli elettori a non votare per lo scudocrociato. «Gli italiani che hanno votato o intendono votare per l'Udc sono certamente elettori del centro-destra. Ma in queste elezioni, in alcuni casi, l'Udc si presenta addirittura con i partiti della sinistra, anche quelli più oltranzisti e giustizialisti. In altre regioni corre da sola con il proprio simbolo, ma anche in questo caso, non potendo ottenere una rappresentanza di peso nel consiglio regionale finisce solo per favorire la sinistra».
