Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva del provvedimento di esclusione presentata dal Pdl di Roma. L'udienza per valutare il merito è stata fissata al 6 maggio. A questo punto, si attende di capire cosa deciderà l'ufficio centrale circoscrizionale dove oggi il Pdl ha depositato la lista dei candidati e il faldone dissequestrato dai carabinieri. L'ufficio ha 24 ore di tempo per pronunciarsi. Nelle motivazioni dell'ordinanza con cui il Tar del Lazio ha respinto la richiesta del Pdl di sospendere l'esclusione della lista dalla competizione elettorale di fine marzo, i giudici stabiliscono che al caso in esame non é applicabile il decreto legge 5 marzo 2010 n. 29 perché le elezioni regionali del Lazio sono disciplinate dalla legge regionale
n. 2 del 2005. È proprio in applicazione di tale legge che la richiesta del Pdl non può essere accolta. Il Tar era chiamato a pronunciarsi sull'esclusione della lista provinciale del Pdl. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, aveva espresso nel pomerigio l'auspicio «che si decida in fretta e si chiuda nel minor tempo possibile questa vicenda per evitare di dover rinviare le elezioni».
Intanto il coordinatore regionale del partito, Vincenzo Piso, il suo vice, Alfredo Palloni, e il responsabile elettorale del Pdl, Ignazio Abrignani, hanno già depositato, presso l'ufficio centrale circoscrizionale, la lista e la documentazione contenuta nel pacco conservato dai carabinieri. Che, dopo la bagarre scoppiata nel tribunale, avevano preso in consegna il faldone lasciato nell'area antistante la presentazione delle liste. «Abbiamo depositato anche un'istanza con delle note - ha spiegato Abrignani – in cui si accerta la nostra presenza il 27 febbraio entro le 12 nelle aule di giustizia, per cui in base al decreto abbiamo dimostrato il diritto a presentare la lista. Ci vorranno adesso 24 ore per avere una risposta dell'ufficio centrale».
La commissione elettorale ha infatti tempo fino a domani per valutare la lista depositata dal Pdl e accertarne la regolarità. Nel frattempo il Pd ha depositato una diffida contro la riammissione della lista del Pdl. Il motivo? Secondo i legali dei democratici «la lista non può essere riammessa in base al decreto del governo poiché questo non agisce sulla legge elettorale della Regione Lazio, ma solo sulle regioni che non si sono dotate fino a oggi di una legge elettorale specifica».
Ieri la giunta della Regione Lazio ha invece affidato al vicepresidente Esterino Montino il mandato di sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale. Per la giunta regionale il decreto salva-liste viola infatti l'articolo 22 della Costituzione, che riserva alla legge regionale la disciplina delle elezioni regionali. Il ricorso comunque non è stato ancora presentato, la Regione Lazio si è per ora costituita parte nel giudizio davanti al Tar e deciderà se procedere dopo il verdetto dei giudici amministrativi.
E nel pomeriggio di lunedì anche il Piemonte ha deciso di impugnare il provvedimento. Secondo il governatore Mercedes Bresso, infatti, la norma interpretativa, pur diretta attualmente soltanto al Lazio e alla Lombardia, potrebbe in futuro essere applicata anche in Piemonte, dove vige una legge elettorale approvata dal Consiglio Regionale. Da qui la scelta di procedere contro il governo.
Il testo della delibera Regione Lazio sul ricorso alla Corte costituzionale
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