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Fini candida Internet al Nobel per la pace

di Claudio Tucci

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11 marzo 2010
Fini: «Internet è un formidabile strumento di pace». Nella foto il presidente della Camera, Gianfranco Fini

Internet è un grande strumento di pace e per questo meriterebbe il prossimo premio Nobel. «Un Nobel dato a ciascuno di noi», perché la rete è soprattutto un intreccio infinito di persone, uomini e donne, e dove c'è accoglienza, ascolto e condivisione non possono non germogliare democrazia e pace.

A parlare è il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenuto al convegno "Internet e libertà", a Montecitorio, promosso da Telecom Italia, Fondazione Romaeuropa, comune di Roma e il magazine Wired. Fini ha sottolineato il ruolo fondamentale di internet come «strumento di libertà e di conoscenza» e rivolgendosi alla comunità internazionale ha invitato «a creare - ha detto - un forte movimento a sostegno dell'assegnazione del premio Nobel per la pace 2010 a internet, l'accesso al quale deve essere considerato un vero e proprio diritto fondamentale dell'uomo».

Il presidente della Camera ha ricordato poi l'importanza degli investimenti che l'Italia sta facendo per facilitare il rapporto cittadini-pubblica amministrazione e per ridurre il digital divide ancora esistente tra le diverse aree del Paese (a giorni il Cipe sbloccherà una prima tranche, 400 milioni, dei complessivi 800 previsti dal piano Romani, ndr). Fini si è rivolto anche alla politica, che deve approfondire la riflessione su questo mondo, «senza correre il rischio - ha sottolineato - di rimanere prigioniera del ritardo culturale che deriva da una visione della questione vecchia, superata, come per esempio considerare il web solo un nuovo media, una sorta di evoluzione della tv o peggio un incrocio tra tv, radio, computer e telefono».

Parlando poi di sicurezza, Fini ha sottolineato come il web dimostri di possedere una certa capacità di auto controllarsi, ma ha aggiunto, pure, che «l'oscuramento dei siti utilizzati per attività criminosa può talvolta subire rallentamenti, specie quando i server sono all'estero». In questo caso, ha proseguito, «è necessario rafforzare la collaborazione transnazionale in materia».

Per l'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, internet ha bisogno di una regolamentazione leggera: c'è già in ballo la reputazione delle persone che frequentano la rete e «l'unica cosa che non si può fare in internet - ha evidenziato - è limitare la libertà degli altri». Bernabè ha ribadito anche l'importanza di investire nelle nuove tecnologie, che portano con sé un bacino di utenza in costante crescita. Circa 19 milioni di italiani, ha detto, usano i social network e 15-16 milioni, Facebook, almeno 6 ore al giorno: «molto più che in Francia e Germania».

11 marzo 2010
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