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INTERVISTA DOPPIA

di Nicoletta Cottone

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1 marzo 2010


Giuseppe Calderisi (Pdl) (AGF)
Giuseppe Calderisi (Pdl)
SCHEDA
Luigi Zanda (Pd) (LaPresse)
Luigi Zanda (Pd)
SCHEDA



Caos e incredulità per l'esclusione della lista provinciale romana del Pdl nel Lazio. Cosa non ha funzionato?
Il problema è capire se sia stato commesso o no un reato di omissioni d'atti d'ufficio. Risulta che i delegati della lista siano arrivati mezz'ora prima della scadenza dei termini. Per quale ragione non è stato attivato il processo di verbalizzazione immediatamente? Qualora l'ufficio avesse avuto carenza di personale, doveva comunque subito procedere all'identificazione del delegato, alla consegna del numero d'ordine e alla presa in consegna del materiale prodotto. Non si doveva, poi, consentire una zona di commistione fra le persone identificate come delegati e chi non c'entrava nulla, facendo accedere i delegati riconosciuti all'interno dell'ufficio. Il magistrato aveva l'obbligo di ricevere e verbalizzare il materiale introdotto prima della scadenza del termine, rimasto abbandonato e ora sotto consegna dei carabinieri. Ricordo che per le irregolarità sanabili è ammessa la presentazione di documentazione oltre il termine. Sul comportamento del delegato non commento, perché si commenta da se. Non ha funzionato il lavoro del Pdl, che incredibilmente nel Lazio non ha prodotto il materiale prescritto nei tempi richiesti dalla legge. È un classico caso di sciatteria.
È un problema interno o esterno al Pdl?
Non ho l'esatta cognizione di cosa sia successo, ma dai fatti visibili all'esterno ci sono state carenze delle persone delegate, ma anche di chi ha scelto persone manifestamente incapaci di affrontare operazioni così delicate. Se è stato commesso un reato, il diritto della lista di presentarsi e quello degli elettori di votarla prescindono, comunque, dall'incapacità di qualcuno.Non conosco i fatti interni, ma ritengo che il ritardo sia dovuto a beghe interne sulla determinazione delle liste, con conseguente perdita di tempo.
Come se ne potrà uscire?
Se non è stato commesso reato, non vedo come uscirne. Se, invece, è stato commesso reato le istituzioni e le forze politiche non possono non farsene carico.Ci sono due punti fermi. Il primo è la dichiarazione del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in risposta a un appello della Bonino: ha detto che la legge elettorale non si può cambiare a un mese dalle elezioni. Dunque vanno osservate le norme vigenti. Secondo punto, solo la magistratura può valutare se la legge è stata o no osservata. Per ora la Corte d'appello ha escluso la lista Pdl della provincia romana. Saranno i magistrati a giudicare.
Ricorda precedenti storici di fatti analoghi?
Per i referendum sulle liberalizzazioni votati nella primavera del '95, nel '94 fu emanato un decreto legge predisposto dal ministro dell'Interno Mancino per dare, oltre i termine di scioglimento delle Camere, altri 15 giorni di tempo per la raccolta delle firme. Fu un decreto legge "ad referendum", o "ad radicalem". Ne ricordo uno in cui sono stato indirettamente protagonista nelle elezioni al Senato del 2003. Il candidato del centro-destra, Arachi, di Alleanza nazionale, non riuscì a raccogliere le mille firme previste dalla legge per la presentazione delle candidature e non fu ammesso a partecipare alle elezioni.

1 marzo 2010
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