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Oldrini (Pd): «La crisi aumenta l'emergenza sociale ma Formigoni taglia i fondi»

di Giuseppe Chiellino

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24 marzo 2010
Giorgio Oldrini, sindaco di Sesto San Giovanni (Infophoto)


Com'è la campagna per le elezioni regionali vista dal sindaco di uno dei comuni più importanti dell'hinterland milanese, Sesto San Giovanni? «Povera di contenuti, povera di dibattito sui problemi reali che i cittadini e gli amministratori locali devono affrontare, anche in una città solida come Sesto», risponde Giorgio Oldrini, da sette anni alla guida della giunta di centrosinistra del comune alle porte di Milano che sta affrontando - tra l'altro - un'imponente riqualificazione del territorio, con il recupero delle aree industriali dismesse.

Allora parliamo dei problemi.
«Le persone che hanno perso il lavoro sono aumentate moltissimo. Quando 7 anni fa ho iniziato a fare il sindaco, ai servizi sociali del Comune si rivolgevano persone con difficoltà che potremmo definire di tipo "tradizionale". Oggi invece si sono moltiplicati in modo esponenziale i casi di persone che hanno perso il lavoro oppure ne hanno uno ma comunque non ce la fanno».

Questo cosa significa?

«Per i nostri servizi sociali il salto nelle esigenze a cui dobbiamo far fronte è stato enorme. Faccio un esempio: per assistere i minori in difficoltà nel 2005 ci bastavano 300mila euro, nel 2009 ne abbiamo spesi 1 milione e 800mila. I minori che nel nostro comune hanno bisogno di assitenza sono aumentati tantissimo, soprattutto per due ragioni: abbiamo molti più ragazzi stranieri che arrivano senza genitori e a causa delle difficoltà economiche nelle famiglie è cresciuta molto la conflittualità. Ciò si riflette inevitabilmente sui minori, con l'inevitabile ricorso ai servizi sociali.

E questo cosa c'entra con le elezioni regionali?

A fronte di queste necessità, nel 2010 la Regione ha deciso di dimezzare le risorse per i comuni. Il motivo? Finanziare i 70 milioni per il diritto allo studio, il cosiddetto buono scuola: di questi però 20 vanno distribuiti tra un milione di famiglie che possono decidere di spendere il buono come meglio credono, anche al supermercato, e gli altri 50 vanno a 90mila famiglie i cui figli frequentano le scuole private. Sono scelte politiche che colpiscono i cittadini, a cominciare dai più indifesi, ma non solo.

Oltre al buono scuola?
Temiamo che la stessa cosa avvenga con il buono per le famiglie che si fanno carico dell'assistenza di un malato grave: è una buona cosa ma a due condizioni: la scelta deve essere libera e se deve essere assicurato un'adeguato livello professionale dell'assistenza, perchè non tutti sono in grado di farsi carico dell'assistenza di un malato grave, 24 ore su 24. Il rischio è che questi provvedimenti, più che aiutare le persone, generino altri problemi di cui poi chi è sul territorio, come gli amministratori comunali, deve farsi carico. È quanto è accaduto per esempio per la scuola, dopo la riforma Gelmini: a prescindere dalla condivisione dei contenuti, le scuole materne comunali dopo le 16.30 non hanno più educatrici a disposizione ma le famiglie possono chiedere l'asilo fino alle 18: deve pensarci il Comune. Lo stesso vale per il tetto del 30% di stranieri in classe: o la scuola fa un'eccezione, e dunque non lo rispetta, o il Comune deve accollarsi i costi del trasferimento degli alunni in un'altra scuola.

In molti pronosticano un buon risultato della Lega nelle regioni del Nord, Lombardia compresa, complici le divisioni interne al Pdl. Lei cosa prevede?
Credo che assisteremo ad un rafforzamento della Lega e dopo il voto il Pdl dovrà porsi il problema. Ma anche la Lega sarà chiamata a dare risposte: aveva promesso il rilancio di Malpensa e invece c'è il deserto, aveva promesso "basta soldi al Sud" e invece a Palermo, Catania e Roma sono andati più di 800 milioni, quanto bastava per risolvere i problemi di quasi tutti gli altri comuni italiani... E il paradosso è che più si parla di federalismo più assistiamo all'accentramento dei poteri, proprio in un governo in cui la Lega è così forte. Qualche esempio? I siti delle centrali nucleari sono stati decisi dal governo senza sentire gli enti locali e l'elenco sarà diffuso solo dopo le elezioni; è stata eliminata l'Ici, l'unica tassa su base comunale, anzichè tagliare altre imposte. E - sono spiccioli ma è significativo - se un vigile di Sesto San Giovanni fa una multa su una strada statale, l'importo va alle casse centrali. Vuol dire che si sta raschiando il fondo del barile.

Un'ultima domanda sul centrosinistra: in Lombardia parte già sconfitto?
Non si parte mai da sconfitti. Certo, la Lombardia e il Veneto sono due regioni difficili. Il centrosinistra non ha saputo negli ultimi anni cogliere la trasformazione sociale ed economica che qui è avvenuta, ma mi pare che ci siano tutti i segnali per una decisa inversione di tendenza. I fatti di via Padova a Milano, ad esempio, hanno dimostrato con evidenza l'inefficacia degli slogan sulla sicurezza che tanto consenso hanno portato alla destra. Filippo Penati, al contrario, è ormai una personalità conosciuta ed apprezzata, che ha dimostrato di avere doti di governo e la capacità di parlare a settori non tradizionalmente favorevoli al centrosinistra. La strada è complicata e difficile, ma non impossibile come si poteva credere fino a pochi anni fa.

  CONTINUA ...»

24 marzo 2010
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