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Santoro sul web attacca
e fa il pieno di ascolti e polemiche

di Andrea Biondi

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25 marzo 2010
Santoro fa il pieno di ascolti sul web con Raiperunanotte (foto Afp photo)

BOLOGNA - Tanto per cominciare un video con Mussolini in cui si accostano le immagini di Silvio Berlusconi. Poi un Sos a Giorgio Napolitano: «Caro presidente, non siamo al fascismo ma certe assonanze preoccupano».

Raiperunanotte inizia così, alle 21 precise, a Bologna, in un Paladozza gremito dentro e fuori. Santoro ricorda un altro Sos, quello di Danilo Dolci che «40 anni fa decise di infrangere la legge per fare la prima radio libera» per richiamare l'attenzione sui «disoccupati e i terremotati del Belice». Poi un Sos anche «per la Costituzione che dice che tutti hanno il diritto di esprimere il loro pensiero liberamente». Tra i tutti «rientrano anche i 50mila che con il loro contributo hanno permesso questa manifestazione o chi affolla le 200 piazze con cui siamo collegati».

Quindi, la similitudine Mussolini-Berlusconi (da cui più tardi si dissocia Giovanni Floris). Per dire che il regolamento che ha bloccato i talk show politici sulla Rai è «una ferita profonda alla libertà di pensiero e per la Costituzione». L'ultima stoccata del prologo è proprio per la Rai: «Se i partiti non abbandonano la Rai e le istituzioni di garanzia (leggi Agcom) il paese rimarrà ostaggio del conflitto di interesse». E quindi «Annozero può cominciare».

Per una sera la tv ha lasciato idealmente il passo soprattutto a internet: blog, facebook e altri social network hanno dato grande copertura alla manifestazione oltre alle dirette su Repubblica tv e Corriere tv, Current, YouDem. In tv diretta su Sky Tg24 e differita su Rainews24. Santoro si è lasciato andare all'enfasi: «Questo è il più grande evento web della storia». I dati forniti dal giornalista: 125mila accessi contemporanei sul sito Raiperunanotte e il 13% di share (qui Santoro ha citato l'Auditel) sulle tv satellitari, a fronte di una perdita presunta di share del 10% per Rai e Mediaset.

Per la verità lo show non è solo dentro, ma anche fuori dal Palazzetto dello sport. Il tam tam degli ultimi giorni e l'attenzione dei media hanno fatto trasformato Piazza Azzarita, stracolma fino alla conclusione del programma seguito su un maxischermo, anche un "vaso di Pandora", in un catalizzatore di rivendicazioni locali e nazionali. Ci sono volantini contro la privatizzazione dell'acqua, ma anche i lavoratori del gruppo Delta che tentano di far qualcosa per difendere il proprio posto di lavoro, i precari della scuola, quelli della Tim. C'è il "popolo viola" con sciarpe e striscioni.

Dentro al Paladozza viene raccontato il caso della Omsa, con la testimonianza di una delle 320 dipendenti dell'azienda di Faenza del gruppo Golden Lady per la quale lo scorso 25 febbraio è stato raggiunto un accordo al ministero del lavoro: Cigs per 24 mesi per i dipendenti con la chiusura dell'attività, «trasferita in Serbia e non per i debiti ma per fare più soldi», racconta una dipendente. Si racconta anche il caso, molto simile, della Renopress di Budrio. È punteggiato di striscioni e sciarpe il Paladozza. I 6mila posti sono tutti occupati e al centro del parterre Santoro, Floris, Gad Lerner, Sandro Ruotolo, Vauro, Riccardo Iacona, Roberto Natale e Franco Siddi della Fnsi (il sindacato dei giornalisti che con l'Usigrai e la redazione di Annozero hanno organizzato Raiperunanotte) danno vita al dibattito che va avanti secondo i ritmi e i riti consueti. Senza contradittorio, però, perché spezio per gli esponenti del centro-destra non ce n'è, a parte l'intervista finale a Emilio Fede.

C'è, ovviamente, la "lettera" di Travaglio che ricostruisce i passaggi della vicenda intercettazioni della procura di Trani, definendola «uno scandalo peggiore del Watergate» e ricordando come il direttore generale della Rai Masi abbia «sollecitato esposti contro la sua azienda. Come se il presidente Moratti prima del derby chiamasse l'arbitro per espellere il proprio centravanti». Le intercettazioni della procura di Trani la fanno da padrone, con le rispolverate "docufiction", ora vietate in Rai.

Gad Lerner, che ha definito la trasmissione «una bottiglia con dentro un messaggio sui cui è scritta grande la parola libertà" prende di mira la multa dell'Agcom a Tg1 e Tg5: «Centomila euro sono una cifra ridicola». Per Floris, che si dissocia dall'evocazione del fascismo di inizio trasmissione, la sospensione dei talk show che ha portato a Raiperunanotte «è un brutto precedente che mi auguro venga presto archiviato e dimenticato». Fra gli "amici" della manifestazione, anche chi era assente ha voluto far sentire la sua voce. Applauditissima Milena Gabanelli: «Credo che siamo sull'orlo di una sconfitta civile, non per via della censura, ma perché il paese accetta o non comprende mosse scriteriate che ci ridicolizzano agli occhi del mondo».

Applauditissimo anche il regista Mario Monicelli:«L'Italia avrebbe bisogno di quella rivoluzione che tutti i più grandi paesi civili e democratici del mondo, durante la loro storia, hanno avuto» - così comeRoberto Benigni che ha citato Sant'Agostino: «La libertà anche quando se ne fa un cattivo uso è un bene ». Decisamente più fredda l'accoglienza per l'intervista a Fede: «Annozero lo vedo sempre, ma non lo condivido. Le rimostranze, più che legittime, Berlusconi le ha sempre fatte pubblicamente. Non ha mai chiesto la chiusura del programma, non lo vede nemmeno, ma come c'è libertà di espressione c'è la libertà di Berlusconi di chiedere maggiore rispetto».

  CONTINUA ...»

25 marzo 2010
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