È il settimo no pronunciato contro l'esclusione della lista del Pdl a Roma. Questa volta ad emetterlo sono stati i giudici del Tar del Lazio che hanno respinto il nuovo ricorso presentato dal partito del premier contro la bocciatura formulata venerdì scorso dall'ufficio centrale regionale. Con l'ordinanza di ieri, i magistrati della sezione seconda bis (la stessa che aveva già detto no alla lista del Pdl l'8 marzo scorso) hanno ribadito le argomentazioni dei giudici della corte d'appello: il decreto salva-liste non può applicarsi al Lazio e comunque non ci sono elementi "precisi e concordanti" a sostegno del fatto che i delegati del Pdl, il 27 febbraio (ultimo giorno per la consegna del liste) fossero presenti nell'ufficio elettorale e con la documentazione necessaria.
Una doppia bocciatura, dunque, che però non ferma i legali del Pdl decisi a impugnare l'ordinanza davanti al Consiglio di stato chiamando di nuovo in causa i giudici di Palazzo Spada. Che, sulla vicenda, si sono già pronunciati sabato scorso. Dichiarando "improcedibile" la richiesta del Pdl di presentare nuovamente la lista, facoltà già concessa, secondo i giudici, dal decreto approvato dal governo. Nel respingere il ricorso, però, i giudici del Consiglio di stato non sono entrati nel merito e non si sono pronunciati sull'attendibilità delle nuove prove (alcuni video estratti da Youtube e la testimonianza di un carabiniere) prodotte dal Pdl. Che dimostrebbero, secondo i legali, il possesso di tutti i documenti necessari per presentare la lista.
Il Consiglio di stato, poi, non ha poi sciolto il nodo dell'applicabilità del decreto salva-liste limitandosi semplicemente ad affermare che l'appiglio chiesto dal Pdl (la presentazione della lista) era già stato concesso dal decreto. Il Pdl, però, non demorde. "Noi ricorreremo al Consiglio di stato – ha spiegato il responsabile elettorale del partito, Ignazio Abrignani – sperando di trovare un giudice più sereno che guardi con obiettività alla copiosa documentazione da noi prodotta".
Intanto oggi è atteso il pronunciamento della Consulta che dovrà esprimersi sui ricorsi presentati dal Lazio e dal Piemonte che contestano "l'invasione di campo" ad opera del decreto salva-liste, reo di interferire su una materia, come quella elettorale, affidata alla competenza regionale. La Consulta emetterà con tutta probabilità un provvedimento cautelare provvisorio per poi adottare una sentenza definitiva dopo il voto. E' chiaro, però, che il suo orientamento finirà per incidere sulla prossima tappa, davanti al Consiglio di stato, della telenovela della lista pidiellina