Ci sono cose che non vanno assieme, come la disco music alla Scala o Shostakovich al Billionaire. Un talk show politico su internet è come il vino con la pizza, trendy ma strano assai. Come Mentana Condicio su Corriere.it, o Ballarò versione RepubblicaTv.
Il web è allergico al concetto di conduttore. Farsi portavoce della ggggente online può provocare la reazione: «Ma invece di farti portavoce della mie idee lasciamele dire...». Continuare a parlare di «disaffezione» alla politica e poi riproporre "questo" dibattito politico, risse verbali comprese, sembra un boomerang. Alla fine noti soprattutto la controscena del pubblico seduto dietro. Il clima pare finto. Ma la rete non è libera?
Bene la tv di servizio, bene la tv che mi faccio io, il mio palinsesto. Se voglio vedere il mio politico preferito, magari appunto che si alza e se ne va stizzito, me lo cerco su YouTube, ma se navigando nella rete mi imbatto in un talk show politico è più probabile che mi scatti un: «E no, anche qui...», piuttosto che un: «Finalmente il dibattito vietato in tv è libero sul web...».
Perché su internet il confronto delle idee si costruisce con lo zigzagare tra le preferenze individuali che trovano pagine di approdo sicuro piuttosto che con un conduttore che fa le domande al mio posto. Internet è io che chiedo (a un motore di ricerca o a qualcuno cui lascio un commento) oppure è io che vado dove voglio.
È meritorio l'esperimento ma destinato al flop il tentativo di far indossare l'abito online a ciò che è altro; il corpaccione della tv, e del talk show in particolare, non entra nel flusso esile ma agile della rete. Bisogna inventare qualcosa di nuovo. Altrimenti, è l'invadenza la sensazione che prevale.
Manca il salotto: su internet si è soli, l'individualismo fatto a persona davanti a uno schermo si presta poco alla logica generalista dello infotainment politico, soprattutto quando dura un'ora o giù di lì. Troppo lungo. Anche la tifoseria non è abituata, online, a stare zitta: vuole partecipare, ma come si fa? Se si pretende di trasportare un talk show tale e quale dalla seconda serata di un canalone a una pagina del mio computer.
«Pure qui», appunto. Sa di «Vengo anche io... no tu no» nel nuovo mondo, sembra il vecchio che si aggrappa al nuovo chiedendo: «Ti prego, portami con te». Come una tv in bianco e nero dimenticata in una stanza quando in tutta la casa ormai c'è la tv a colori. Anche i canoni del successo sono diversi se cambia la disciplina o il campo. Tomba è stato un grandissimo slalomista ma non è mai riuscito a sfondare nella discesa, questa sì, libera.