E' appena uscita ed è già un successo: iSilvio, l'applicazione per iPhone rivolta ai fan di Silvio Berlusconi che «sentono di non averne abbastanza delle sue battute e gaffe». Il sito del Telegraph informa gli inglesi che la novità dell'Apple - «iSilvio, l'uomo, l'imprenditore, il politico» - lanciata all'inizio della settimana, è subito salita tra i primi 30 download iPhone in Italia.
L'applicazione, che costa 79 centesimi di euro, permette tra l'altro di seguire giorno per giorno gli appuntamenti e le visite del premier. Include una biografia, una raccolta dei suoi discorsi e alcune delle più famose battute e gaffe fatte in 16 anni di carriera politica che lo hanno visto tre volte Primo ministro.
A creare iSilvio è stato il napoletano Luigi Marino, 25 anni, lo stesso che ha realizzato un'applicazione che celebrava la vita di Mussolini.
Marino – precisa il quotidiano britannico – afferma di non essere un sostenitore del Popolo della Libertà e che la sua applicazione non è stata autorizzata dall'ufficio del premier.
Il Telegraph.co.uk ricorda che la popolarità dell'applicazione iMussolini aveva causato «costernazione» in Italia, dove i più anziani conservano «crude memorie» del periodo fascista e della disastrosa alleanza dell'Italia con la Germania. L'applicazione era diventata uno dei download più scaricati nella settimana in cui il Paese commemorava l'Olocausto.
Dal blog di Adrian Michaels, sempre sul Telegraph.co.uk, viene una scherzosa messa in guardia: «Pericolo! L'applicazione iSilvio può bacare il tuo telefonino».
La nuova applicazione, ideata dallo stesso «bravo ragazzo» che ha creato iMussolini, «corteggia forse un diverso segmento del mercato italiano», puntualizza Michaels. Il giornalista del Telegraph si diverte poi a immaginare cosa l'applicazione iSilvio potrebbe fare automaticamente per il telefonino dell'acquirente «se l'ideatore non ci ha già pensato»).
Nella sua canzonatoria lista di opzioni automatiche, c'è quella di «mettere sveglie per evitare di mancare le scadenze per registrare candidati elettorali, facendo scattare un ‘buzz' incontrollabile quando il termine si avvicina».