Con la presentazione ufficiale del Masterplan 2010 al teatro Strehler è partita la locomotiva dell'Expo 2015. Numerosi gli interventi di politici, rappresentanti locali e membri del comitato esecutivo che hanno partecipato all'evento: il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, il ministro dell'Istruzione, il viceministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani, il sindaco di Milano e commissario straordinario di governo per l'Expo, Letizia Moratti, l'amministratore delegato di Expo 2015, Lucio Stanca, il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, il presidente della Camera di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, il direttore Infrastrutture Expo 2015 S.p.A Renzo Gorini.

Presente anche il pool di architetti ideatori del masterplan, Stefano Boeri, Ricky Burdett e Jacques Herzog, quest'ultimo intervenuto con una testimonianza registrata che hanno approfondito gli aspetti più innovativi del progetto. «Stiamo costruendo un orto planetario che non ha precedenti e quindi bisogna valorizzarlo», ha anticipato Boeri. In questa fase in cui si inizia a immaginare cosa si potrà fare sui terreni dopo l'evento, Boeri ha spiegato che «le future costruzioni dovranno posizionarsi solo a livello perimetrale».

L'orto planetario, quindi sarà l'elemento distintivo dell'Expo. «L'orto - ha spiegato Boeri - porterà non solo pezzi di natura, ma anche pezzi di agricoltura provenienti da tutto il mondo». Il suo mantenimento e il suo ruolo dopo il 2015 «sarà la vera eredità dell'Expo». Boeri immagina un ruolo di polo dell'agroalimentare che avrà una valenza economica importante per «la capacità di portare turismo», ma anche per la capacità di «porsi come polo della ricerca scientifica dove studiare le trasformazioni dell'agricoltura e come polo educativo e didattico».

Nei sei mesi dell'Expo, sui terreni saranno impiantate tre grandi serre, una da 15mila mq e due da ottomila mq che ricreeranno i vari microclimi, quello tropicale, quello della savana e quello desertico. «Bisogna fare uno sforzo - ha spiegato Boeri - per immaginare il futuro dell'Expo dopo l'Expo valorizzando questo orto planetario». In questo senso «non serve occuparsi di cosa costruire» perché «l'orto è il lascito più importante» e sulle aree si dovrà creare «un polo dell'agroalimentare ricavando magari spazi per ristoranti multietnici».

Da segnalare durante la mattinata il botta e risposta a re voci tra Roberto Castelli, Formigoni e il sindaco Moratti sui tempi di realizzazione delle opere. Per il viceministro per le infrastrutture, Roberto Castelli: «I tempi sono molto stretti, ma sono fattibili». Il ministro ipotizza però il possibile commissariamento per le opere linee 4 e 5 della metropolitana: «La legge c'è già ed è il decreto legge 185 e consente di nominare i commissari per quelle opere che eventualmente vadano in crisi con i tempi. Fino ad oggi non è stato necessario, ma potrebbe darsi che nell'immediato futuro per qualche opera si rendano necessari». Letizia Moratti ha precisato subito dopo a margine della presentazione: «Per le due nuove linee metropolitane M4 e M5 sono già partite le lettere di invito a partecipare alle gare d'appalto. Io sono già il commissario straordinario per la M4 e la M5».


Il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni ha popi aggiunto: "La Regione si fa carico di predisporre entro 10 giorni un piano operativo. Il ministro sa che noi corriamo dal primo giorno, il tavolo Lombardia é perfettamente in orario, Castelli detta il tempo sulle cose che riguardano il governo".

Più cauto l'intervento dell'amministratore delegato di Expo 2015 spa, Lucio Stanca: «Contiamo entro maggio di siglare almeno un accordo preliminare sul tema delle aree dove realizzare il sito espositivo». I terreni, che saranno acquistati da Regione Lombardia e dagli altri soci di Expo 2015 spa, sono di proprietà della famiglia Cabassi e di Fondazione Fiera Milano.

Paolo Romani, il viceministro delle comunicazioni, ha annunciato la creazione del nuovo centro di produzione che la Rai intende fare a Milano sulle aree dell'Expo che prevede un investimento di 250 milioni. Si tratterà di una struttura di 60mila mq che consentirà di dare occupazione a 1.200 professionisti rispetto agli 800 attuali. «Una grande società come la Rai - ha aggiunto Romani - non può avere come unico centro Roma, ma deve avere un grande centro di produzione anche nella capitale economica del paese».

Critiche da Cia e Pd. Gli agricoltori della Cia si lamentano che il masterplan di Expo 2015 li ha dimenticati, mentre il Pd si lamenta perchè alla presentazione del piano alla città oggi non si è parlato del pericolo di infiltrazioni mafiose e soprattutto di quello che avverrà dell'area una folta terminata l'esposizione. Il piano di per sè è piaciuto, anche se per il capogruppo del Pd in provincia, Matteo Mauri, è «ridotto e ridimensionato» e la presentazione di oggi «è stata uno spot per il governo e una vetrina per il sindaco Moratti». Restano delle «ambiguità - ha aggiunto il capogruppo in Comune Pierfrancesco Majorino - sulle risorse in campo, sui tempi e soprattutto sull'impiego dell'area dopo il 2015».

«Il parco, la nuova sede Rai, un quartiere residenziale, il centro per lo sviluppo sostenibile, l'orto planetario, la permanenza di alcuni manufatti derivanti dall'Esposizione - ha aggiunto - sono tutte ipotesi suggestive ma non sempre facili da tenere insieme che non vorremmo fossero vanificate da una furia speculativa fine a se stessa». «Su questo - ha detto il consigliere regionale del Pd Franco Mirabelli - ci attendiamo da Moratti e da Formigoni parole chiare che oggi sono mancate». Secondo il presidente di Cia Milano, Lodi, Monza e Brianza, è mancato anche il coinvolgimento «delle migliaia di agricoltori milanesi e lombardi. Non c'è traccia del loro lavoro nel masterplan».