«...
PAGINA PRECEDENTE
A Tremonti: «Sostenere occupazione ed economia adesso»
«Non c'è un secondo tempo, un altro tempo per sostenere occupazione ed economia. Senza stimoli alla ripresa il debito è destinato a salire, comunque a salire in percentuale, soprattutto perché, come é avvenuto quest'anno, la spesa corrente è aumentata, a causa degli acquisti in beni e servizi esternalizzati dalla pubbliche amministrazioni". Secondo Epifani, "se non si forza la situazione, se non si sceglie oggi, non ci saranno margini per i prossimi tre anni e a quel punto i problemi dell'occupazione, dei redditi, dei consumi, degli investimenti, del Mezzogiorno saranno nei fatti lasciati andare a se stessi con più tensioni sociali e più divisioni nel Paese".
Appello a Cisl e Uil per ritrovare un percorso comune
È arrivato il momento per Cgil, Cisl e Uil di fermarsi a riflettere sulle divisioni "profonde" che stanno portando il sindacato alla "deriva" e alla "completa lacerazione". Dal palco del Palacongressi di Rimini in cui si tiene il XVI congresso della Cgil, Guglielmo Epifani, rivolge un vero e proprio appello a Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, invitandoli a ritrovare un percorso comune, convinto tuttavia che tocchi proprio alla Cgil "fare di più". "Abbiamo con Cisl e Uil divisioni profonde: non solo - sottolinea Epifani - la firma separata dell'intesa sui contratti o le riunioni in cui sistematicamente si è voluta tenere fuori la Cgil e per ultimo l'imbarazzante dichiarazione comune sull'arbitrato".
Secondo Epifani "il problema è che oltre tutto si sono definiti via via modelli diversi di intendere la funzione e il ruolo del sindacato confederale", con il governo "che ha lavorato per dividere e sostenere uno dei modelli in campo, intervenendo spesso nella sfera autonoma della contrattazione". "Avverto il bisogno di fermarci tutti a riflettere su queste divisioni e pur avendo le mie certezze sulle responsabilità di questa deriva, penso che tocchi ancora una volta alla Cgil fare di più". Il segretario, al suo ultimo Congresso, invita tutti, a partire dalla Cgil "a provare a discutere e condividere un percorso che freni la completa lacerazione dei rapporti e dica su quali terreni ricostruire un percorso di lavoro comune".