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Raffaele Costa: «Finalmente non mi sento più solo»

di Sara Bianchi

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18 maggio 2010
Raffaele Costa: «Finalmente non mi sento più solo» (Olycom)

Per anni, ricorda l'ex ministro, «sono stato l'unico a parlare di tagli ai costi della politica». Ora il clima è cambiato, «ma una riduzione del 5 per cento non basta»

Raffaele Costa, politico di lungo corso, già sottosegretario e poi ministro, ora consigliere regionale in Piemonte eletto nelle liste del Pdl, per il quale è anche difensore del cittadino nazionale, di costi della politica si è occupato a lungo. Fino a produrre, in tempi non sospetti due libri: "L'Italia degli sprechi" e "L'Italia dei privilegi". «Per anni - ricorda - sono andato avanti da solo, mi sono sentito isolato, tanto da domandarmi se la mia battaglia era giusta. Arrivavo in Parlamento, i colleghi mi mettevano la mano sulla spalla, mi dicevano "bravo" e poi mi salutavano».
Oggi il clima è cambiato.
Sì, c'è stato un riconoscimento universale di questa situazione, una consapevolezza che porta anche a interventi, talvolta settoriali, in altri casi specifici.
Come considera il taglio del 5% sullo stipendi di parlamentari e ministri annunciato dal ministro Calderoli?
È un'indicazione molto discussa, che va nella direzione giusta, però probabilmente il cittadino e l'impresa privata potrebbero considerarla una somma troppo ridotta. Tutto dipende da dove la si attua, in quali settori, perché esistono ambiti nei quali anche il 30% sarebbe insufficiente, mentre ci sono situazioni nelle quali il 5% costituisce già un taglio positivo. Perciò vanno verificate le diverse situazioni.
Che cosa suggerirebbe in più?
Serve una revisione generalizzata, che sarebbe certamente colta con favore dall'opinione pubblica, la quale non accetta di buon grado micro tagli. Rispetto la scelta proposta dal ministro per un taglio del 5%, ma la ritengo una piccola parte rispetto a quello che deve essere un impegno complessivo. Esistono situazioni diverse, in alcuni casi c'è un eccesso di spesa, di personale, di strutture, ma ci sono anche ambiti del pubblico che vivono momenti di difficoltà per la propria sopravvivenza perchè non hanno personale sufficiente. Non è possibile generalizzare, servono intento, volontà, voglia di migliorare le cose e anche la sinistra dovrebbe lavorare con noi su questo
Quindi restano aperte diverse ipotesi di riduzione della spesa per la politica?
Certamente, siamo impegnati su questo e anche in regione stiamo discutendo su come possiamo, a livello locale, inserirci in questa traiettoria. (di Sara Bianchi)

18 maggio 2010
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