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Sky contro la legge anti intercettazioni,
«grande anomalia italiana»

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20 maggio 2010

Sky Italia chiederà un intervento a tutte le Autorità internazionali competenti, anche ricorrendo presso la Corte europea dei diritti dell'Uomo contro il disegno di legge sulle intercettazioni che «accoglie con grande preoccupazione». Per Sky queste norme «rappresentano un grave attacco alla libertà di stampa e di espressione, ma soprattutto costituirebbero una grande anomalia a livello europeo».

«L'aspetto più grave - ha spiegato il direttore di Sky Tg24, Emilio Carelli - è alla radice. È il fatto che si tenti di mettere il bavaglio all`attività giornalistica. Si vieta la pubblicazione di atti di inchieste fino al termine delle udienze preliminari, si vietano le riprese, si vieta la trascrizione (e anche il riassunto) di intercettazioni, anche quando confermano l`esistenza di reati: ecco, tutto questo mette in grave difficoltà il lavoro dei giornalisti». È vero che «qualche giornalista, a volte, ha abusato delle libertà che abbiamo». Però il punto - dice ancora Carelli - non è questo: «alla base dell'inasprimento contenuto in queste norme, c'è soprattutto la volontà di impedire che scoppino nuovi scandali nati da registrazioni o intercettazioni, come il "caso D'Addario"…».

Intanto si registra una svolta parziale del Pdl: verrà ritirato dalla maggioranza l'emendamento che inasprisce le sanzioni penali per i giornalisti che pubblicano le notizie sulle inchieste giudiziarie. Lo ha annunciato proprio a Sky Tg24 Pomeriggio il senatore del Pdl Roberto Centaro, relatore del provvedimento in commissione Giustizia. «Dopo una riunione - ha spiegato - con il ministro della Giustizia Alfano e l'onorevole Ghedini che è il presidente della Consulta Giustizia del Pdl, si è presa la decisione, ovviamente condivisa dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, di ritirare l'emendamento 1.2008 del relatore che è quello che aggrava le pene per i giornalisti in caso di pubblicazione di notizie che non possono essere pubblicate. Penso - ha aggiunto Centaro - che questo possa anche stemperare tante polemiche»."

«Se verrà confermata questa indicazione si può parlare di un primo passo importante che però non risolve il problema» perché ad esempio, «la sanzione dell'arresto» rimane. «Spero che maggioranza e governo condividano la nececessità di eliminarla». Così il vicepresidente dei senatori del Pd, Felice Casson, dopo l'annuncio di Centaro.

Italo Bocchino, considerato molto vicino a Gianfranco Fini, ha dato, dal canto suo, un giudizio in chiaro scuro sul testo del ddl intercettazioni all'esame del Senato, ritenendo di «massima civiltà» lo stop alla pubblicazione integrale delle intercettazioni, ma bocciando il divieto di mandare in edicola articoli su un'inchiesta prima della chiusura delle indagini preliminari. «Ritengo molto utile il disegno di legge perchè certamente c'è bisogno di colpire gli abusi nell'uso delle intercettazioni», ma non si deve per questo colpire «l'uso» di questo strumento di indagine, ha detto l'esponente del Pdl, anch'egli ospite di Sky Tg24 Pomeriggio.

«Il provvedimento - ha sostenuto - contiene aspetti molto positivi e alcuni aspetti su cui forse è bene discutere ancora». Ad esempio, ha proseguito, sulla pubblicazione integrale delle intercettazioni «credo che vietarle del tutto sia una cosa di massima civiltà. Ritengo invece, che sia una forzatura vietare di parlare del tutto di un'inchiesta fino alla chiusura dell'indagine preliminare«, ha concluso Bocchino.

L'annunciato ritiro dell'emendamento al Ddl intercettazioni che prevede l'arresto per i giornalisti in «è l`ennesimo tentativo di mercanteggiamento del venditore ambulante Silvio Berlusconi che limitandosi soltanto a togliere la pena ai giornalisti, cerca di comprarne il favore. Ciò nel tentativo disperato di evitare che monti la critica e che quindi l`opinione pubblica venga a conoscenza di quello che c`è di illegale e di immorale nel provvedimento», ha affermato in una nota il Presidente dell`Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

«C`è solo un modo per rimettere a posto le cose: quello di garantire la libertà e la completezza dell'informazione, dando ai giornalisti la possibilità di riferire quanto è di loro conoscenza, e ridare ai magistrati lo strumento fondamentale delle intercettazioni. Questo - conclude Di Pietro - al fine di scoprire tutti gli affaristi e gli appartenenti alla cricca di oggi, di ieri e di domani».

20 maggio 2010
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