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Napolitano: «Gli anni di piombo hanno impoverito il paese»

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8 maggio 2010
Napolitano: «Gli anni di piombo hanno impoverito l'Italia» (Lapresse)

Al Quirinale, in occasione del giorno della Memoria delle vittime del terrorismo, Giorgio Napolitano, visibilmente commosso, dopo aver ascoltato le voci dei parenti delle vittime, le ha ricordate tutte sottolineando che il terrorismo ha impoverito l'Italia oltre a sconvolgere la vita civile e politica. Il capo dello Stato ha chiesto verità e giustizia per la strage di Bologna e per quella di Ustica. E ha chiesto al governo di verificare l'applicazione della legge per i sopravvissuti e per i parenti delle vittime del terrorismo.


Le vittime del 1980. Nella ricorrenza di oggi sono state commemorate le vittime del 1980. Napolitano ha ricordato che «il 1980 è stato un anno con un bilancio di morte scioccante: 36 vittime di terrorismo individuale, rosso e nero, 85 vittime a Bologna ed 81 per la strage di Ustica. Tutti vittime innocenti di cechi disegni distruttivi». Secondo il presidente con alcune delle persone scomparse in «quella notte della repubblica», la nostra comunità nazionale subì «ferite gravi» che hanno «impoverito il paese». Con la morte di «maestri di diritto e di vita come Vittorio Bachelet, di magistrati di altissima qualità come Antonio Galli e di economisti geniali come Ezio Tarantelli- ha concluso il presidente - quante energie preziose ed ancora giovani, destinate a superare molte prove, ha perduto l'Italia».

Sviluppi imprevedibili per le nuove indagini sulla strage di Bologna. A distanza di 30 anni ci sono ancora tante ombre sulle stragi di Bologna e di Ustica. Napolitano ne è cosciente e si augura che al più presto si arrivi a una verità definitiva e condivisa. Queste le sue parole sulla strage di Bologna: «Il nuovo filone di indagine che è stato avviato per accertare le responsabilità per il devastante attentato del 2 agosto del 1980, alla stazione di Bologna, in cui persero la vita 85 persone, può avere sviluppi ancora imprevedibili», ha detto il presidente della Repubblica.

Intrighi internazionali a Ustica. Napolitano ha detto che nella strage di Ustica oltre ad «intrecci eversivi, ci furono anche intrighi internazionali che non possiamo oggi non richiamare, insieme con opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato, ad inefficienze di apparati e di interventi deputati all'accertamento della verità. Vorrei che sentissero egualmente vicine le istituzioni i parenti delle vittime della strage di Ustica; è stato giusto - ha aggiunto - ascoltare la loro voce nel nostro incontro di oggi, anche perché tutti sappiano come comprendiamo il loro tenace invocare ogni sforzo possibile, anche sul piano dei rapporti internazionali, per giungere a una veritiera ricostruzione di quel che avvenne la notte del 27 giugno 1980».

Bonfietti: grande conforto. «Sono parole che ci danno grande conforto». È il commento di Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica, dopo aver ascoltato l'intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante la celebrazione del Giorno della Memoria. «Mi pare abbia capito le nostre parole - ha detto - oltre ad averci sempre seguito nell'iter processuale della vicenda. Oggi abbiamo ribadito concetti fondamentali, come la necessità di un intervento più forte a livello internazionale per individuare gli autori della strage». Per Bonfietti, dopo aver ascoltato le parole di Napolitano, «forse, per i 30 anni dalla strage possiamo sperare di avere oltre alle cause anche gli autori».

Attenzione al terrorismo internazionale.«Il nostro Paese non è esente da contagi e infiltrazioni del terrorismo internazionale», ha detto il presidente della Repubblica. «L'impegno di vigilanza - ha aggiunto - deve essere più che mai forte, congiungendosi con quello che esplichiamo partecipando a missioni internazionali». L'Italia, ha aggiunto il capo dello Stato, deve ricordare «quel che significò» il terrorismo negli anni '70-'80 quando «l'Italia corse rischi estremi. Ci dà forza ricordarlo perché sapemmo uscirne nettamente, pur pagando duri prezzi». La lezione di quegli anni è necessaria nella situazione attuale. Napolitano ha ricordato «gli echi del più cupo fondamentalismo, del rifiuto di ogni dialogo tollerante ed aperto tra sistemi di valori diversi che ci giungono da diverse aree di crisi esterne all'Italia insieme alle insidiosissime diramazioni del terrorismo internazionale».

I diritti negati alle vittime. Napolitano ha anche chiesto al Governo di risolvere il problema dell'applicazione della legge 206 che riguarda i diritti, anche previdenziali, dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime del terrorismo. «Sollecitiamo il Governo - ha detto - a sciogliere i nodi che rendono ancora incerto e precario l'insieme dei diritti pure riconosciuti per legge a chi è sopravvissuto e ai familiari delle vittime». A sollevare il caso era stata Sonia Zanotti, ferita nell'attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto del 1980, che nel corso degli interventi della mattinata aveva parlato di «interpretazioni restrittive della legge 206 del 2004», ricordando che sul diritto alla pensione «la presidenza del Consiglio ha chiesto un parere al Consiglio di Stato».

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8 maggio 2010
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