Una grande umiliazione per John Howard, il primo ministro australiano. Le elezioni federali di oggi hanno segnato la sconfitta della sua coalizione (liberali piu' Partito nazionale) e la compagine avversaria (Laburisti piu' Verdi). Il conteggio dei seggi e' stato impietoso: 86 seggi contro 63. Non solo: il premier stesso ha perso il suo seggio, il feudo di Bennelong, a nord di Sydney, a favore di un famosissimo volto televisivo, l'ex giornalista ABC Maxine McKew. E' la seconda volta nella storia dell'Australia che un premier perde il suo seggio (il precedente era stato Stanley Bruce nel lontano1929). Howard, da 12 anni ininterrotti al potere, ha ammesso la sconfitta, ha dato le dimissioni da leader del partito e ha indicato come suo successore il Treasurer Peter Costello. A influenzare la decisione dei 13,6 milioni di elettori sono state le posizioni di politica internazionale e ambientali di Howard. Il primo ministro e' stato un fiero alleato di George W. Bush nella guerra in Iraq (1.600 soldati australiani sono presenti nel Paese), salvo poi scivolare sulla buccia di banana dello scandalo Oil for Food, ovvero l'inchiesta sul pagamento di tangenti al regime di Saddam Hussein che ha travolto l'ex monopolista australiano del grano Awb e sfiorato membri dell'esecutivo, compromettendone seriamente l'immagine. Sul fronte ambientale Howard, si è a lungo rifiutato, insieme agli Stati Uniti, di firmare il Protocollo di Kyoto (l'accordo del 1997 che fissa target di riduzione dell'emissioni di gas serra). Negli ultimi mesi, complice una terribile siccità che ha colpito il Paese e messo in ginocchio l'agricoltura australiana, il premier ha fatto parziale marcia indietro, ma la sua difesa a oltranza di lobby potenti, come quella dell'industria del carbone e dell'uranio, hanno finito per danneggiarlo pesantemente. A influire sulle scelte degli elettori sono stati ovviamente anche temi economici, come l'introduzione, da parte del Governo Howard della Work Choice, una nuova legge sulle relazioni industriali che di fatto ha eliminato la contrattazione collettiva a favore di quella individuale e ha limitato pesantemente il diritto di sciopero. Legge che i Laburisti, in caso di vittoria, hanno promesso di modificare. Sotto la guida di Howard, inoltre, e nonostante le sue promesse di tenere sotto controllo l'economia, i tassi d'interesse sono aumentati di ben sei volte (l'ultima durante la stessa campagna elettorale, portando il tasso di sconto al 6,75 per cento), rendendo difficile la vita di milioni di australiani con un mutuo da pagare. Howard, classe 1939, di Sydney, survivor della politica (ha conquistato, perso, e infine riottenuto il potere varie volte durante la sua carriera cominciata nel 1975) esce di scena nel peggiore dei modi. Estroverso, disinvolto, abile manipolatore dei media, e' stato sconfitto da Kevin Rudd, 50 anni, figlio di un farmer cattolico. Laureato in cinese ed ex diplomatico Rudd ha promesso, in caso di vincita elettorale, il ritiro delle truppe australiane dall'Iraq e la firma del protocollo di Kyoto sulle emissioni di gas nocivi.
