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Musharraf: «Pugno di ferro contro i manifestanti»

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29 dicembre 2007
Un soldato pakistano di guardia all'Ambasciata del Pakistan a Kabul (Reuters/Omar Sobhani)

Al Qaeda smentisce di essere implicata nell'omicidio: «E' un complotto di governo» Per la portavoce della Bhutto la leader del'opposizione è stata colpita da un'arma da fuoco

Pugno di ferro. Il presidente pachistano Pervez Musharraf ha dato ordine di ricorrere al pugno di ferro per stroncare le proteste di piazza che da tre giorni stanno facendo precipitare il paese sempre più nel caos, in seguito all'assassinio dell'ex premier Benazir Bhutto, morta in un attentato a Rawalpindi. Musharraf ha impartito tale direttiva nel corso di un vertice di emergenza con i propri più stretti collaboratori, compresi il primo ministro ad interim Mohammadmian Soomro, i comandanti delle Forze Armate e dei diversi servizi segreti. «Non sarà tollerato nessuno che cerchi di prendere la legge nelle proprie mani». Secondo la televisione pachistana Geo Tv, Musharraf ha voluto lanciare un messaggio a coloro che vogliono utilizzare il terrore per conquistare il potere. Il presidente ha anche parlato della morte di Benazir Bhutto, secondo lui strumentalizzata da alcuni esponenti politici pachistani.
«Gli elementi
che cercano di sfruttare la situazione dandosi a saccheggi e devastazioni debbono essere trattati con fermezza, e tutti i provvedimenti del caso vanno adottati, onde garantire l'incolumità e la sicurezza della popolazione», ha detto Musharraf.

I terroristi smentiscono.
Il leader dei miliziani islamici pachistani, legati ad Al Qaeda e ai talebani, Baitullah Mehsud, ha smentito di avere fatto uccidere Benazir Bhutto.
«E'un complotto di governo, ha dichiarato il portavoce, Maulana Mohammed Omar, dell'esercito e dei servizi di intelligence» pachistani. I servizi di sicurezza pachistani, secondo quanto riferisce oggi il quotidiano britannico Times, avrebbero però intercettato una telefonata di Mehsud, nella quale il leader dei miliziani islamici «si congratulava con il suo popolo per avere portato a termine questo atto così coraggioso».


«Pronti a riesumare il cadavere». Per fare chiarezza sulla morte della Bhutto, Javel Iqbal Cheema, portavoce del ministero degli Interni, ha dichiarato che le autorità «sono pronte a far riesumare il cadavere». Mentre il governo di Islamabad sostiene che l'ex premier e leader dell'opposizione avrebbe perso la vita in seguito a un grave trauma cranico provocatole dall'impatto con la levetta per l'apertura del tettuccio della propria vettura di rappresentanza, urtata violentemente a causa dell'onda d'urto sviluppata dall'esplosione causata dal kamikaze che l'aveva assalita, o forse nel frettoloso e disperato tentativo di trovare riparo all'interno dell'abitacolo del veicolo; secondo i collaboratori della vittima costei sarebbe invece stata uccisa da uno o più colpi di arma da fuoco, sparati contemporaneamente all'innesco della carica esplosiva. «Io ho fatto effettivamente parte del gruppo che ha lavato il corpo di Benazir prima del suo funerale», ha dichiarato la portavoce personale di Bhutto, Sherry Rehman. «Ho visto che aveva una lesione da proiettile, e che questo le era entrato da dietro, dalla nuca, per poi fuoriuscire dall'altra parte della testa dopo avergliela trapassata».

Incertezza sulla elezioni. Per quel che riguarda la data delle elezioni, previste per l'8 gennaio, Musharraf ha spiegato alla televisione che la decisione finale sarà presa nei prossimi giorni, dopo consultazioni con i partiti politici pachistani. E mentre Nawaz Sharif, uno dei punti di riferimento dell'opposizione, sventola la bandiera del boicottaggio, il Ppp della Bhutto ha annunciato che prenderà una decisione domani. E contemporaneamente il marito di Benazir, Asif Ali Zardari, ha fissato, sempre per domani, la lettura delle disposizioni postume della moglie al suo partito.

In diecimila contro il presidente. Contro il presidente Musharraf diecimila persone sono scese in strada a Lahore, capitale della provincia orientale del Punjab e roccaforte del sostegno alla Buttho. I manifestanti hanno raggiunto una delle più antiche moschee della città dove il corteo è stato tenuto a stretta sorveglianza dalle forze dell'ordine dispiegate in maniera massiccia. La manifestazione si è svolta tra le preghiere per l'ex premier defunta e gli slogan anti governativi che esortavano il presidente Musharraf a lasciare il potere, ed è stata la più consistente che ha avuto luogo in Pakistan dalla morte di Benazir Bhutto giovedì scorso.

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