A differenza di quanto è avvenuto negli Stati Uniti, nell'area dell'euro al momento "non si rilevano segnali di contrazione sulla disponibilità di credito". Lo ha affermato il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, durante la conferenza stampa a conclusione del vertice finanziario del G7 a Tokyo. Draghi ha anche rilevato che non si sono registrare divergenze tra i Paesi di Eurolandia nella valutazione sul piano di incentivi fiscali annunciato dall'amministrazione Bush per evitare una recessione economica.
Le banche di Italia, Spagna e Giappone sono tra le meno esposte nei confronti dei mutui subprime ha detto ancora il governatore di Bankitalia, che parlava anche in qualità di presidente del Financial Stability Forum . Il fenomeno della immunità al "morbo subprime" ha una natura composita: la Spagna, ad esempio, ha avuto i suoi problemi con il Sud America, il Giappone ha dovuto fare i conti con la crescita economica stantia ed è l'unico Paese ad aver integralmente applicato i criteri di Basilea II, mentre l'Italia, «ha avuto i suoi problemi con Cirio e Parmalat e anche una bassa crescita».
Nella sua conferenza stampa, peraltro, è stato attento a non fare favoritismi"campanilistici" tra le due sponde dell'Atlantico. Il rapporto, che ha un tono prudente, ma certo non nasconde le preoccupazioni rispetto al quadro finanzario internazionale, sottolinea con forza la necessità che tutti gli intermediari «riconoscano al più presto il valore realistico di mercato dei loro asset e contribuiscano a diradare l'icertezza che esiste intorno a questi valori». Insomma, solo un'operazione verità può ripristinare nel breve termine la fiducia sui mercati.