L'Unione europea «prende nota» della dichiarazione di indipendenza del Kosovo, ma non assume una linea unitaria sul riconoscimento. Nelle conclusioni diffuse al termine della riunione a Bruxelles dei ministri degli Esteri dei Ventisette di lunedì 18 febbraio, si legge che sul riconoscimento «decideranno gli Stati membri in linea con le pratiche nazionale e le norme giuridiche». Il Consiglio, fanno sapere i capi delle diplomazie della Ue, «prende nota che la risoluzione impegna il Kosovo ai principi di democrazia e uguaglianza di tutti i suoi cittadini, alla protezione dei serbi e delle altre minoranza e alla protezione dell'eredità culturale e religiosa» e «accoglie con favore la continuazione della presenza della comunità internazionale basata sulla risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell'Onu». Una «larga maggioranza dei Paesi membri» dell'Unione europea riconoscerà «in una forma o nell'altra» l'indipendenza del Kosovo «entro un mese, vale a dire a febbraio o marzo». Lo ha detto oggi a Bruxelles il ministro degli Esteri svedese Carl Bildt.
Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna sono stati i primi Paesi europei a riconoscere il Kosovo. A Bruxelles si sono confrontate due posizioni: quella di chi crede che l'indipendenza sia la soluzione migliore e che il diritto internazionale non ne esca minato e quella di chi - come la Spagna - vi vede un precedente pericoloso e illegale. Il commissario all'Allargamento Olli Rehn aveva sottolineato già in mattinata che non si tratta di un atto che spetta all'Unione europea, ma ai singoli Stati membri. Secondo il commissario europeo la questione del Kosovo non può diventare un precedente per altri casi simili, come temono i Paesi contrari al riconoscimento come Spagna e Cipro, perché si tratta «di un caso sui generis» e gli ultimi sviluppi non sono che il risultato di una situazione che «non era più sostenibile». L'Alto rappresentante per la Politica estera dell'Unione europea Javier Solana ha chiesto a tutti di agire «in modo responsabile».
Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, riferirà mercoledì in aula alla Camera sull'indipendenza del Kosovo che l'Italia è orientata a riconoscere, sia pure con una formula che lo indica come un «Paese indipendente sotto la sovranità della comunità internazionale». Per il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner ladichiarazione unilaterale del Kosovo è un grande successo per l'Europa e per i kosovari. Era, ha detto Kouchner ai giornalisti, «una decisione molto attesa e le cose stiano andando meglio del previsto». Il capo della diplomazia francese ha liquidato le voci di divisioni in seno all'Ue: «lo sapevamo molto bene e sapevamo che ci sarebbero stati dei punti di vista differenti» ha detto, «perchè (ci sono) Paesi che affrontano difficoltà moltoconcrete all'interno delle loro frontiere, ma non per questo non c'è unità».
Dall'Africa, dov'è in viaggio, in una intervista alla Abc, il presidente americano George W. Bush ha riconosciuto che «i kosovari ora sono indipendenti». Bush farà martedì 19 una dichiarazione ufficiale sull'indipendenza del Kosovo. Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca in Tanzania, dove Bush è in visita: «Sarà sul Kosovo, a proposito dell'indipendenza», ha detto la portavoce Dana Perino a bordo dell'Air Force One in volo da Arusha a Dar es Salaam. La Casa Bianca ha indicato che Bush farà la dichiarazione sul Kosovo prima di partire per il Ruanda. Il riconoscimento ufficiale viene solitamente espresso dal dipartimento di Stato, da cui è attesa una dichiarazione anche se non è chiaro se includerà il formale riconoscimento dell'indipendenza.
