Il regime nordcoreano lancia una prima sfida alla nuova amministrazione di Seul con l'espulsione di 11 manager sudcoreani dalla zona economica speciale di Kaesong, che rappresenta il simbolo e il progetto più avanzato della collaborazione economica tra le due parti.
Si tratta del primo incidente dall'insediamento, il 25 febbraio scorso, del presidente Lee Myung-bak, che ha inaugurato una linea più dura rispetto a quella accomodante dalla precente amministrazione di sinistra. L'espulsione dei dirigenti dal parco industriale è arrivata a sorpresa, ma a posteriori non si può considerare del tutto imprevedibile, data la tradizionale suscettibilità del dittatore Kim Jong-il (che ancora non ha informato il suo popolo dell'ascesa di un Governo di destra a Seul).
Nelle ultime settimane vari esponenti del Governo del Sud hanno dato voce al nuovo corso politico, che subordina una cooperazione economica piena al rispetto degli impegni presi da Pyongyang in tema di denuclearizzazione. Niente per niente, insomma: Lee non ha fatto mistero di ritenere che la linea morbida dell'amministrazione Roh che teneva distinti i progetti di collaborazione come Kaesong dal tema del disarmo atomico abbia solo "viziato" i turbolenti fratelli separati.
Il regime del Nord è in ritardo ormai di quattro mesi sul rilascio di una dichiarazione completa sui suoi programmi nucleari, che aveva promesso per la fine dell'anno scorso. E proprio l'altro ieri a Washington il nuovo ministro degli Esteri, Yu Myung-hwan prima ambasciatore a Tokyo - ha usato parole dure contro il mancato rispetto di questo impegno.
Da fonti ministeriali a Seul, comunque, si è appreso che i nordcoreani avrebbero citato alcune dichiarazioni del ministro dell'Unificazione, Kim Ha-joong, secondo cui ogni espansione di Kaesong è da subordinare alla risoluzione del problema nucleare. Il messaggio dal Nord insomma è: fate attenzione, non abbiamo necessariamente bisogno di voi. Data poi l'imminenza delle elezioni del Parlamento sudcoreano a Seul (previste per il prossimo 9 aprile), non è escluso che Pyongyang voglia suscitare ulteriori difficoltà a Lee Myung-bak, oltre a quelle che le incertezzze economiche e le lacerazioni nel suo partito stanno provocandogli.
A Kaesong le attività non dovrebbero subire grandi conseguenze immediate, ma le prospettive di sviluppo subiscono un duro colpo. Poco prima di Kaesong, l'ultima stazione ferroviaria in Corea del Sud Dorasan ha già le insegne di punto di partenza di una futura ferrovia transcontinentale che porti le merci coreane in Europa. Da ieri queste insegne appaiono ancor più irrealistiche di prima.