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Il "voto" di Berlusconi per Mc Cain onnipresente sui siti Usa

di Elysa Fazzino

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13 giugno 2008

Il “voto” di Silvio Berlusconi per il candidato repubblicano alla presidenza Usa, John Mc Cain, preferito per una questione d’età, è onnipresente nei siti della stampa americana. La battuta del primo ministro italiano si contende i titoli con le altre notizie della visita a Roma di George Bush, l’Iran e Guantanamo, temi sui quali puntano molti media esteri.

 

Sarà anche vero che molti Paesi europei sono a favore di Barack Obama, «ma il rivale John Mc Cain ha un amico nel primo ministro italiano Silvio Berlusconi», scrive sul Wall Street Journal Susan Davis, cronista della gara presidenziale. Se vincesse Mc Cain, «non sarei io il più vecchio», ha scherzato il premier, sottolineando che il senatore dell’Arizona, che compie 72 anni il 29 agosto, è esattamente un mese più vecchio di lui, nato il 29 settembre del ’36. Il Los Angeles Times fa della notizia un blog, osservando che Mc Cain ha ricevuto un tipo di appoggio di cui farebbe anche a meno. «Appoggio inverosimile», titola un’Ap, ripresa dai siti di Washington Post, San Francisco Chronicle e Chicago Tribune. Un solo mese di differenza, ma Berlusconi ha i capelli color cioccolato, mentre Mc Cain li ha bianchi come la neve, nota una Reuters pubblicata tra gli altri dal sito del New York Times. Per il britannico Times la battuta è «leggermente inappropriata».

 

L’Iran è il piatto forte della giornata, insieme all’insoddisfazione espressa da Bush (rispondendo a una domanda nella conferenza stampa congiunta con Berlusconi) per la decisione della Corte Suprema Usa sui detenuti di Guantanamo, che avranno il diritto di appellarsi ai tribunali civili degli Stati Uniti. «L’Italia appoggia la spinta di Bush sull’Iran» titola sulla home page Usa Today, il quotidiano più diffuso degli Usa. Berlusconi è definito uno degli alleati «più affidabili» di Bush. «Bush si prende una pausa dall’Iran per vedere il Papa», è il titolo di una Reuters pubblicata dai siti di New York Times e International Herald Tribune. Il presidente Usa viene ricevuto in Vaticano «prima di riprendere la sua campagna per ottenere l’appoggio europeo a maggiori sanzioni contro l’Iran». Berlusconi non ha ottenuto che l’Italia entri nel club dei Paesi, cosiddetto 5+1, che gestisce la crisi iraniana. Per sostenere la richiesta il premier ha sottolineato la buona conoscenza dell’Iran, grazie all’attività svolta dalle aziende italiane. Ma proprio «tali legami commerciali hanno reso più difficile presentare un fronte unito sulle sanzioni all’Iran», spiega il servizio, che cita Stephen Hadley, consigliere di Bush per la sicurezza nazionale: «Sarà necessario prendere decisioni dure che sono contrarie agli interessi commerciali». Su questo punto scrive il Wall Street Journal: «Hadley si è chiesto quanti altri Paesi potrebbero volere aderire se si includesse l’Italia». Nei giorni scorsi il quotidiano finanziario newyorchese aveva ricordato che l’Italia era stata esclusa dal gruppo 5+1 in parte a causa dei «lucrosi contratti che l’Eni ha con l’Iran».

 

«Imbarazzanti» per il governo di Roma, secondo il Financial Times, sono le rivelazioni contenute in un rapporto del Senato Usa sul presunto coinvolgimento italiano in un complotto per rovesciare il regime iraniano nel 2001. Il quotidiano britannico fa il titolo sulla smentita italiana e scrive: «Descrivendo l’Iran come un “Paese amichevole” e avvisando del pericolo di possibili ritorsioni, l’ufficio di Berlusconi ha respinto le affermazioni secondo cui il precedente governo Berlusconi o l’intelligence militare italiana fossero coinvolti in “azioni ostili” contro l’Iran nel 2001». La vicenda tuttavia non avrebbe perturbato la visita di Bush.

 

Il francese Le Monde titola: «Nucleare: pressione occidentale rafforzata sull’Iran» e osserva che gli europei sembrano incamminati ad adottare nuove misure più stringenti contro Teheran. Il sito del quotidiano spagnolo El Pais riferisce in un titolo dell’«accordo totale» tra Bush e Berlusconi su tutti i temi trattati, dall’Iran all’Afghanistan. Un titolo successivo riguarda la decisione su Guantanamo: la reazione contrariata di Bush è la notizia di partenza del servizio di Miguel Mora sulla visita del presidente Usa a Roma. «Bush e Berlusconi hanno sorriso molto, ma non hanno raggiunto accordi significativi, salvo la disponibilità italiana a mandare nuove forze dei Carabinieri in Afghanistan per addestrare la polizia locale, senza quantificare la cifra».

 

Sui legami tra Europa e America, tema del discorso di Bush nella successiva visita a Parigi, ci sono titoli sui siti del Wall Street Journal e dell’International Herald Tribune: Il presidente Usa, scrive un’Ap pubblicata su quest’ultimo sito, «sollecita gli europei a lavorare insieme su questioni che vanno oltre i legami transatlantici, compresa la pace in Medio Oriente, la lotta ai terroristi islamici radicali e tenere sotto controllo l’Iran».

 

Vari giornali britannici puntano l’attenzione sulle proteste, minori del previsto, che hanno accolto Bush a Roma. Bush invita i giovani italiani ad andare a conoscere «verità di prima mano» sull’America, scrive il Guardian, che fa notare come alle manifestazioni di Roma abbiano partecipato molte meno persone rispetto alla precedente visita di Bush. Ironico il Times di Londra: «E’ l’ultimo urrà del presidente, ma nessuno si disturba a fischiare». Le celle svuotate per far posto ai dimostranti sono rimaste vuote, la visita di Bush suscita solo «increspature di iirritazione in un mare d’apatia». Il Times cita il giornale di Berlino Tagesspiegel, secondo cui «Bush non è più popolare nemmeno nel ruolo di nemico».

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