Sudamerica contro l'Ue: «Criminalizza gli immigrati»

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
21 giugno 2008

È una mezza rivolta, quella dei governi centro e sudamericani contro le nuove norme sul rimpatrio dei clandestini approvate mercoledì 18 giugno dall'Unione europea.

La voce più dura è del leader cubano Fidel Castro. «Metodi brutali». Così l'anziano ma irriducibile capo della rivoluzione ha qualificato gli strumenti offerti indicati ai governi dalla nuova legge. Il fatto che proprio nei giorni in cui inasprisce la sua politica sull'immigrazione, l'Unione Europea voglia togliere le sanzioni a L'Avana è, secondo Castro, «una enorme ipocrisia». E ha spiegato: «I migranti sono il frutto dell'opera coloniale, semicoloniale e capitalista». Riflessioni apparse sul sito www.cubadebate.cu nella rubrica «Commenti del compagno Fidel».

Anche il governo cileno ha criticato la direttiva di Bruxelles. È un testo che tende a «criminalizzare gli immigrati illegali», si legge in una nota ufficiale. «Il Cile chiede un trattamento giusto e umano per gli immigrati nell'Unione europea, simile al trattamento generoso e aperto che il Cile e il resto dell'America Latina hanno sempre offerto sul proprio territorio ai cittadini paesi europei». Secondo il governo cileno, il nuovo testo sottopone gli immigrati «a procedure che possono violare i loro diritti elementari e che sono contrarie al principio di riunificazione delle famiglie previsto dal diritto internazionale».

«Palesemente ingiusta» è la nuova normativa secondo Fernando Lugo, neo-presidente del Paraguay. Di ritorno da un viaggio in Bolivia, Ecuador e Venezuela, il leader democratico ha affermato che l'Europa rischia di trasformarsi in un «grande carcere per migranti». E ha ricordato le ondate migratorie che, fino a pochi decenni fa, si sono riversati nelle Americhe dall'Europa. «Quando erano loro che avevano bisogno di accoglienza, li abbiamo accolti con le braccia aperte in America Latina, specialmente dopo le guerre mondiali, e nessun paese li ha rifiutati». A lanciare le rimostranze dei governi sudamericani era stato il presidente venezuelano Hugo Chavez che, nella giornata di venerdì, aveva minacciato di escludere i paesi europei dalle esportazioni di greggio provenienti da Caracas.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio