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Slovenia, allarme rientrato dopo l'incidente alla centrale nucleare

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5 giugno 2008

Nessuna fuga di materiale radioattivo, e quindi nessuna conseguenza per l'ambiente: è la Commissione Europea a rassicurare sull'esito dell'incidente avvenuto nel tardo pomeriggio di mercoledì nella centrale nucleare di Krsko, nel sud-ovest della Slovenia, a circa 130 km dal confine italiano. Per qualche ora l'Europa aveva rivissuto l'incubo di Chernobyl, soprattutto dopo che la Commssione Europea aveva messo in moto il sistema di allerta Ecurie sui rischi radioattivi.
Secondo una portavoce della centrale, Ida Novak, il guasto ha riguardato «una fuoriuscita di liquido nel circuito di raffreddamento primario» dell'impianto, ma non è stata riscontrata alcuna fuga radioattiva nell'ambiente circostante. La direzione ha precisato che la centrale è stata fermata a titolo precauzionale al fine di consentire al personale di stabilire le cause dell'inconveniente e di effettuare le opportune riparazioni. Eppure pare che non si possa prevedere quanto a lungo la stazione nucleare rimarrà chiusa: «Dobbiamo prima localizzare la fuga - ha continuato Novak - e poi determinare con quali procedure effettuare le riparazioni».
Nonostante le rapide rassicurazioni però la paura si è rapidamente estesa in giro per l'Europa, con gli ecologisti di Greenpeace che sono subito tornati alla carica, ribadendo il no al nucleare e parlando dell'incidente alla centrale di Krsko come di un avvertimento sui pericoli rappresentato dall'atomo.
In Italia il ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali ha reso noto di aver avuto rassicurazioni dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente che per l'Italia non vi è nessun rischio di contaminazione nucleare. In Friuli Venezia Giulia i controlli della Protezione Civile hanno escluso il pericolo di contaminazione.
Il governo tedesco, che in serata aveva subito mobilitato i suoi servizi di monitoraggio, ha detto che non vi sarebbe stata alcuna fuga radioattiva. Stando alle informazioni raccolte - ha detto il portavoce del ministero dell'ambiente Michael Schroeren - sembra che il sistema di raffreddamento della centrale sia «sotto controllo», e che non vi stata stata alcuna fuga di radioattività. «Al momento non vi è alcun segnale che possa essersi trattato di un incidente grave», ha aggiunto il portavoce. Aspre critiche alla Slovenia sono venute dalla vicina Austria, dove il ministro dell'ambiente Josef Proell ha chiesto spiegazioni a Lubiana per non essere stato informato correttamente sull'incidente alla centrale di Krsko. Secondo Proell, gli sloveni hanno dapprima segnalato l'incidente come una «esercitazione» e non come una panne reale. «Ciò mette seriamente in discussione la nostra fiducia nel sistema di allerta sloveno», ha detto aggiungendo che solleverà la questione al prossimo consiglio dei ministri della Ue a Lussemburgo.
Il populista austriaco Joerg Haider, governatore della Carinzia - regione vicina alla Slovenia - ha chiesto da parte sua la chiusura della centrale di Krsko, che viene sfruttata unitamente alla Croazia. L'Autorità francese per la sicurezza nucleare ha detto di essere in stretto contatto con la sua omologa slovena.
L'Aiea, l'Agenzia internazionale dell'energia nucleare con sede a Vienna, ha detto che è stata allertata dalla Slovenia alle 18:20 ora italiana riguardo a un «evento inusuale» alla centrale di Krsko. Sulla scala di allerta della Slovenia, un «evento inusuale» è il più basso dei quattro livelli di allerta.

Una centrale di "seconda generazione" attiva da 25 anni. La centrale nucleare di Krsko è stata inaugurata nel 1983 e la sua costruzione è iniziata nel 1975. La sua gestione è mista fra Croazia e Slovenia, che al momento della costruzione erano ancora unite nella Jugoslavia, e il suo spegnimento definitivo è previsto per il 2023.
La centrale ha un solo reattore da 730 megawatt, e in un anno genera circa 5200 gigawattora. Il reattore è del tipo Pwr (Pressurized Water Reactor), di fabbricazione Usa (Westinghouse) e fa parte della cosiddetta seconda generazione di centrali, successiva rispetto a quella di Chernobyl. Il calore sviluppato dalla reazione di fissione dell'uranio nel nocciolo del reattore scalda l'acqua di un generatore di vapore, che aziona delle turbine che producono corrente elettrica. Questo tipo di reattore ha due circuiti di raffreddamento, il primario a contatto diretto con il nocciolo e il secondario che raffredda le turbine, entrambi caricati con acqua demineralizzata. La divisione in due circuiti è più sicura, e difficilmente il secondario viene contaminato in caso di perdite. Proprio questo sistema di sicurezza avrebbe permesso alla perdita nel circuito primario di rimanere confinata all'interno del reattore. La centrale non ha mai subito incidenti finora.

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