30 giugno 1908, un bagliore fende il cielo della Siberia centrale. Per centinaia di chilometri si osserva quella che sembra una cometa fiammeggiante. Il fenomeno viene osservato dal Lago Baikal a Karsnoyark e i cacciatori evenki che vivono nella foresta racconteranno di aver visto un secondo Sole, che per dieci minuti interi affianca quello che sorge ogni mattina. Questa nuova luce però, precipita e finisce la sua corsa sulla Terra. Genera un'esplosione, violentissima e fragorosa, seguita da un bagliore ancora più forte e splendente che suscita sgomento. Per settimane dopo l'impatto, le polveri scagliate nella stratosfera sono luminescenti e perfettamente visibili anche a grande distanza.
Teorie e fantasie
Siamo nel 1908 e grazie al telegrafo la notizia fa il giro del mondo: già il 3 di luglio se ne parla sul londinese The Times. Per arrivare al punto d'impatto, ci vorrà invece molto più tempo: la zona è remota, letteralmente immersa nel taiga sterminata e l'aereo è solo agli albori. La città più vicina, Krasnoyark, è quasi 500km più a sud lungo la linea ferroviaria Mosca-Vladivostok. La scienza ci arriva solo nel 1927, con Leonid Alekseevič Kulik, che scopre una vasta zona di alberi abbattuti e si convince che la catastrofe sia stata causata dall'impatto al suolo di un grande meteorite. Cerca per anni una traccia dell'oggetto venuto dal cielo, ma non ci riesce: grazie alle sue spedizioni alimenta però il mito di Tunguska. Si parla di astronavi aliene, di stravaganti particelle cosmiche e perfino dell'antimateria così popolare nella letteratura fantascientifica. Per gli sciamani evenki della regione (vd, I. Mikhaylovich Suslov), la spiegazione del fenomeno andava cercata altrove: era stato il dio Agdy, signore della folgore, deciso a punire le tribù della regione impegnate in una lunga faida per i territori di caccia e di pascolo.
50 metri di diametro
Oggi si sa che intorno alle sette del mattino del 30 giugno 1908 un corpo roccioso di circa 50 metri di diametro esplose a 8mila metri mentre era in volo sulla vasta e spopolata regione siberiana attraversata dal basso corso del fiume Tunguska. Non ci fu nessun impatto al suolo, ma una violenta esplosione prodotta dal repentino rilascio dell'energia accumulata dal corpo celeste nell'attraversamento dell'atmosfera. Oggi la scienza ritiene che fosse un meteorite "morbido", costituto cioè da materia leggera e poco coesa, che fu completamente vaporizzata nella deflagrazione. Si sa anche che quello di Tunguska non fu un evento di dimensioni straordinarie. Il nostro pianeta, nella sua lunga storia, ha sperimentato di peggio.
Piccoli, grandi e bolidi giganti
Solo i corpi più grandi e compatti raggiungono il suolo (e diventano dunque veri meteoriti) , mentre quelli più piccoli esplodono in aria. Un caso classico e molto impressionante è quello del celebre cratere di Barringer . Si tratta di un buco di forma circolare del diametro di oltre un chilometro e profondo 300metri, prodotto 50mila anni fa nel terreno arido dell'Arizona e oggi visitabile non lontano da Winslow. Dopo anni di studio, gli scienziati credono di aver identificato il colpevole: un meteorite ferroso di circa 50metri di diametro. Le dimensioni sono dunque analoghe a quelle di Tunguska ma in questo caso si trattava di un blocco di materiale ferroso di circa 300mila tonnellate lanciato contro il nostro pianeta alla velocità di circa 28mila km/h. La lista degli impatti di piccole dimensioni è molto vasta, quella con i grandi oggetti è invece, per nostra fortuna, estremamente corta.
Disastri dal cielo
Il più celebre tra questi giganti è senz'altro il cosiddetto Meteorite di Chicxulub, dal nome del villaggio messicano sotto il quale, alla fine degli anni '70, una prospezione geologica aerea condotta per conto della compagnia nazionale del petrolio rivelò la presenza di un cratere di enormi dimensioni. Il gigante dello Yucatan, che ha un diametro di 180km era stato provocato da un bolide di almeno 10 km di diametro che raggiunse il pianeta più di 150 milioni di anni fa e provoco sul terreno un'esplosione 2 milioni di volte più potente dell'atomica umana. Un evento epocale, cui alcuni scienziati associano la repentina estinzione dei dinosauri. Dibattito aperto, ma non certo sulla natura dell'evento che fu un vero disastro, un termine che - forse l'abbiamo dimenticato - vuol dire letteralmente "cattiva stella".