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Cronaca

Usa-Russia: concilianti sull'Iran, divisi dallo scudo spaziale

dal nostro inviato Mario Platero

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7 luglio 2008

TOYAKO - «Un ragazzo intelligente… ma non intendo psicoanalizzarlo… sull'Iran ci troviamo d'accordo: il loro progetto per l'atomica va neutralizzato»: queste le impressioni di George W. Bush dopo il suo primo vertice a due con il nuovo presidente russo Dimitri Medvedev qui a Toyako, nell'isola di Hokkaido, dove il Giappone ospita l'edizione 2008 del summit degli Otto Grandi.

I due sono apparsi a loro agio, si sono impegnati a lavorare duramente nei prossimi mesi, si sono chiamati per primo nome e forse il presidente americano ha assunto, da leader ormai anziano, in uscita, un atteggiamento un tantino paternalistico: «L'ho trovato preparato sui dossier di politica estera… potremo lavorare insieme, ma non intendo psicoanalizzarlo». Il riferimento di Bush alla psicoanalisi, in risposta alla domanda di un giornalista, è chiaro. Alla fine del suo primo vertice con Vladimir Putin, a Lubiana, nel giugno del 2001, il Presidente americano disse di aver guardato Putin negli occhi e di aver letto l'anima di una persona di cui ci si può fidare. Una dichiarazione che dopo qualche anno il Presidente avrebbe rimpianto di aver fatto. Con Medvedev, 42 anni, giovane presidente adombrato dalla longa manus di Putin, ancora potentissimo nella sua veste di primo ministro, Bush avrà a che fare per i prossimi sei mesi: «e saranno sei mesi in cui lavoreremo… George W. Bush è ancora il Presidente americano e intendo intensificare il mio dialogo con lui per portare avanti i dossier ancora aperti… poi lavorerò allo stesso modo e con la stessa disponibilità con chiunque sarà eletto come nuovo presidente» ha detto Medvedev.

Entrambi hanno detto di avere differenze, di essere pronti a una dialogo franco. Le intese: su Iran e Corea del Nord, non si potrà accettare un Iran in grado di arricchire l'uranio e in grado dunque di poter costruire una bomba atomica. Le differenze, quelle di sempre: sull'Europa, sull'allargamento della Nato e sullo schieramento dello scudo missilistico che Bush vorrebbe insediare in Polonia e Repubblica Ceca. Alcune di queste tematiche bilaterali saranno anche oggetto di discussione al G8, inaugurato poche ore fa con una colazione con i presidenti dei Paesi africani, al centro della discussione la difficilissima situazione in Zimbabwe. Ai margini intanto, ci sono già stati numerosi incontri bilaterali. Ieri notte ad esempio, al suo arrivo, Bush ha incontrato il primo ministro giapponese Yasuo Fukuda con cui ha discusso di dollaro forte, di tensioni internazionali, soprattutto quelle con l'Iran e la Corea del Nord, e di ambiente, uno dei temi centrali di questo vertice secondo l'agenda messa a punto da Tokyo.

Poi Fukuda ha offerto una cena privata in onore di Bush e la moglie e gli ha fatto trovare una torta con candeline per celebrare il suo compleanno. Bush ha compiuto gli anni nel passaggio del "time zone" domenica sull'Air Force One. Dana Perino e Stephen Hadley, il capo del consiglio per la Sicurezza Nazionale gli hanno regalato una scatola di legno ricavata da una vecchia quercia che si era abbattuta sulla Casa Bianca durante una tempesta.

Come si è detto, il Giappone tiene molto all'ambiente. Ma le agende cambiano. Fukuda sa di dover rinunciare all'obiettivo di stabilire una riduzione delle emissioni del 50% entro il 2050. E ci sono molte pressioni per dare più spazio alla crisi agricola e alimentare anche se i vertici giapponesi per ora resistono all'idea di sviluppare un vero e proprio capitolo a parte in materia. A questo G8 si discuterà anche di un possibile allargamento. La regola resta rigida, possono entrare nel G8 solo le grandi democrazie di mercato. E un Paese come la Cina, ormai uno dei motori della crescita mondiale non passa né l'esame della democrazia né quello dell'economia di mercato. Ma è inevitabile che con India, Brasile, Spagna, e Sud Africa che premono per entrare oltre alla Cina, da qui a breve la mappa del G8 sara' in qualche modo ridisegnata.

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