ILSOLE24ORE.COM > Notizie Mondo ARCHIVIO

L'uomo qualunque di un Paese diverso

di Ugo Tramballi

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
Giovedí 31 Luglio 2008

Ehud Olmert aveva un compito storico da svolgere: dimostrare che Israele poteva essere governato da un uomo qualunque. Non un padre fondatore, generazione esauritasi con Ariel Sharon; non un guerriero carico di medaglie e di gradi. Solo un ex militare di leva del Genio, un giovane ambizioso datosi alla politica come fanno spesso gli avvocati in molte parti del mondo.
C'erano tutti i requisiti perché l'uomo qualunque riuscisse ad avere successo. Dopo essere stato un buon sindaco di Gerusalemme per il Likud («buono per gli ebrei, non per gli arabi» della città, diceva lo storico Tom Segev), aveva avuto l'intuito di mettersi con Sharon e di seguirlo nella fondazione di Kadima. Diventato il suo successore, ha governato con la dignità che un politico di carriera può mostrare: non un Cincinnato ma un uomo che aveva capito la necessità di trovare un accordo con i nemici d'Israele.
Olmert era stato il primo a parlare di ritiro da Gaza e da premier aveva riavviato la trattativa con i palestinesi e quella con la Siria. Aveva commesso il colossale errore dell'inutile guerra in Libano: ma tolti i padri fondatori, quell'errore l'avrebbe commesso chiunque altro della sua generazione politica, superficialmente sicura della superiorità militare d'Israele.
Non è comunque per questo che Ehud Olmert è caduto. O ha deciso di cadere, controllando la caduta e decidendo quando rotolare. La sua fine è quella banale del politico qualunque: l'avidità, se tutte le accuse di corruzione verranno provate. Olmert era un avvocato fortunato ma ha presunto troppo dalla fortuna.
Fallito il compito storico di provare che anche Israele è un Paese come gli altri, governabile da chiunque, il suo posto verrà di nuovo preso da persone straordinarie. Probabilmente da Tzipi Livni, che non ha molto nel suo curriculum ma è una donna, ed è stata nel Mossad. Forse da Shaul Mofaz, competitore alle primarie di Kadima a settembre. Mofaz è un bullo pericoloso: nessun generale ha sfidato quanto lui il primato del potere civile, una regola fondamentale per la stabilità democratica d'Israele. Da capo di Stato Maggiore delle Forze armate all'inizio dell'Intifada aveva usato maniere molto forti, contribuendo ad alimentare la rivolta palestinese. E poi c'è Ehud Barak, leader del Labour, delfino di Yitzhak Rabin, che da premier arrivò a un passo da una storica pace con i palestinesi e i siriani.
Anche Olmert aveva capito la necessità della pace, compiendo i passi che il momento consentiva per avvicinarsi. Ma scandalo dopo scandalo, aveva perso la qualità necessaria per fare l'ultimo metro: l'autorità per convincere gli israeliani a seguirlo e per rappresentarli nel momento decisivo delle scelte. Perché della pace si sa tutto: come, dove e perché compiere i necessari sacrifici, quali frontiere e quali compromessi. La questione, ora, è convincere la gente, gli israeliani e i palestinesi. Olmert aveva ormai perso il diritto morale di provare a convincere la sua gente.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
8 maggio 2010
8 maggio 2010
 
Scene dal Pacifico
La storia per immagini dei magazzini Harrods
Il giorno del mistero a Wall Street
Elezioni inglesi / Chi ha fatto centro? La vignetta di Stephff
Election day
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-