Nuovo record del petrolio. A Londra il Brent sfonda la quota dei 146 dollari al barile attestandosi a 146,34 dollari. Nuovo massimo anche per il Wti arrivato a quota 145,44 dollari. Stamane sui circuiti asiatici il Brent aveva ampiamente sfondato per la prima volta il tetto di 145 dollari al barile, attestandosi a 145,51, con un aumento di un dollaro e 25 centesimi. A favorire i nuovi rincari del greggio le parole pronunciate ieri, mercoledì 2 luglio, dal ministro del Petrolio iraniano, Gholam Hossein Nozari a margine del World Petroleum Congress di Madrid. «Se soltanto un comunicato su un possibile attacco provoca volatilità nel mercato del petrolio, potete immaginare - ha detto Nozari - quale sarebbe l'effetto nel caso di un'attacco militare». E poi ha avvertito: «L'Iran non resterà tranquillo nel caso di un'azione di qualunque tipo e reagirà con ferocia», ha detto il ministro ai giornalisti. A chi gli chiedeva se il suo Paese, quarto maggiore esportatore mondiale di petrolio, sospenderà la vendita di greggio in caso di attacco, Nozari ha poi replicato: «Siamo sempre stati una fonte affidabile per l'approvvigionamento del mercato e lo resteremo per sempre». Il ministro ha infine escluso un aumento degli approvvigionamenti per raffreddare i prezzi record del greggio. Sulla questione è intervenuto oggi il segretario generale Opec, Abdallah el-Badri, anch'egli presente al congresso mondiale sul petrolio. Sarà «difficile» rimpiazzare i 4,1-4,2 milioni di barili di greggio prodotti dall'Iran se il Paese venisse attaccato ha detto. «I prezzi, certamente, saliranno» ha aggiunto.