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Nasce l'Unione per il Mediterraneo. Sarkozy: «momento storico»

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14 luglio 2008
Il Presidente francese Nicolas Sarkozy al vertice dei Paesi del Mediterraneo (Ap)


L'Unione per il Mediterraneo (Upm) è nata, e sotto la buona stella della stretta di mano tra Israele e Autorità nazionale palestinese e del ritorno della Siria sul palco della diplomazia internazionale. Il presidente della Repubblica francese sorride commosso mentre dà l'annuncio soddisfatto: «È un momento storico, un sogno che diventa realtà, faremo del Mediterraneo una zona di pace e costruiremo ciò che abbiamo costruito con l'Unione europea». L'Upm, battezzata domenica dai 43 capi di Stato e di Governo dei Paesi euro-mediterranei, sarà operativa entro la fine del 2008 e il suo assetto finale sarà deciso dai ministri degli Esteri a novembre. «Il più grande successo del summit è la partecipazione di tutti, i Paesi arabi seduti accanto ad Israele, e il secondo successo è che abbiamo approvato una dichiarazione all'unanimità», ha detto Sarkozy, sminuendo le voci secondo cui, durante il summit, il presidente palestinese Abu Mazen e il siriano Bashar al-Assad si sarebbero allontanati dalla sala di proposito per non sentire il discorso del premier israeliano Ehud Olmert.
Il conflitto in Medio Oriente, che ha ancorato fin dall'inizio il primo partenariato euro-mediterraneo al molo dell'inattività, è stato protagonista anche questa volta del summit dei 44 leader delle due sponde. Ma Sarkozy ha tentato l'impossibile ed è riuscito nella sfida: «Se la Francia non corre rischi tradisce i suoi ideali», ha detto dopo aver annunciato che sarà cura della presidenza francese della Ue impegnare Bruxelles, «finora assente», per giungere alla pace arabo-israeliana.
E i grandi nemici di sempre, Siria, Israele e Anp, hanno accolto le promesse del padrone di casa con gratitudine e speranza: «Non siamo mai stati così vicini alla pace», ha detto Olmert dopo l'incontro con Sarkozy e Abu Mazen. E il presidente palestinese, da parte sua, ha ringraziato «l'amico Sarkozy» per il suo impegno nella mediazione.
Il summit, che si è occupato più della parte politica dell'Upm che di quella organizzativa, ha lasciato non sciolti diversi nodi, tra cui la sede del segretariato dell'Upm, corteggiata da Tunisia, Malta, Cipro e Marocco.
«È opinione comune è che il segretariato debba avere sede nella sponda sud del Mediterraneo», ha spiegato Silvio Berlusconi, ma il ministro degli Esteri spagnolo Miguel Moratinos si è affrettato a dire che «è Barcellona ad avere tutte le carte in regola».
La nuova Unione avrà due presidenti: la Francia, fino a dicembre (poi seguita dalla prossima guida di turno della Ue), e l'Egitto, che sarà in carica per due anni. È un partenariato «basato su progetti concreti», si legge nella dichiarazione finale, e tra quelli che verranno avviati non appena ci saranno i fondi nelle casse, due riguardano l'ambiente: ripulire il Mediterraneo entro il 2020 - un programma che già esisteva e che si è arenato per mancanza di fondi - e il faraonico piano di ricoprire i deserti del Maghreb di pannelli solari. Verrà inoltre creata una protezione civile comune, che risponda alle emergenze (disastri naturali, petroliere che affondano, barconi di clandestini) e sarà avviata la realizzazione delle «autostrade del mare», grazie alle quali tutti i porti delle due sponde saranno collegati.
La questione da affrontare ora sarà il reperimento dei fondi, ma Sarkozy assicura che non è più un problema «ora che ci siamo impegnati a dare stabilità alla regione». I donatori internazionali (Banca mondiale, Bei, Banca africana) sono i benvenuti, fanno sapere i leader, spiegando che qualche spicciolo verrà anche dal bilancio della Ue. L'appello vero è, però, per gli investitori privati: gli Stati euro-mediterranei sperano che le industrie interessate ad investire al Sud aumentino, soprattutto ora che l'Unione ha una sua connotazione precisa, basata sulla solidarietà tra le due sponde e votata alla pace, almeno nel suo atto di nascita.

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